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lunedì 16 agosto 2010

Dello scrivere / Un work in progress - Nuovo aggiornamento: l'io narrante



Oggi si parla di scrivere per raccontare e dell’utilizzo dell’IO narrante: una scelta seducente, ma impegnativa. Raccontare le cose da una prospettiva soggettiva non è semplice: richiede una regia complessa dell’intreccio.
Nel campo della letteratura “di evasione” (definizione limitativa, come tutte le definizioni, del resto) ci sono almeno due autori che hanno utilizzato magistralmente l’io narrante: Peter Cheyney e Frederic Dard, entrambi celebri firme del romanzo poliziesco.
Il primo è il creatore dell’agente dell’Fbi Lemmy Caution, il secondo è l'inventore del Commissario San Antonio (personaggio nato come clone di Lemmy Caution, ma presto assurto a cifre di assoluta originalità, anche linguistica).
Un interessante uso dell’io narrante lo fa Roberto Perrone nel suo “Averti trovato ora” (Mondadori, 2008): reportage di una storia d’amore fra un calciatore di successo (ma atipico e forse improbabile) e un’affascinante quarantenne. Interessante, nel romanzo di Perrone, anche l’utilizzo di brani di email e di sms che consentono di variare la prospettiva del racconto, pur mantenendo l’io narrante.
Ci sono poi autori che riescono a passare dalla prima alla terza persona, ma occorrono virtuosismo e non comune tecnica narrativa. Alternare le prospettive del racconto può diventare allora vera e propria cifra stilistica. Ma è una partita che pochi riescono a giocare con scioltezza.

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