tag:blogger.com,1999:blog-23431019423047358202024-03-18T21:50:00.663-07:00Giovanni Capozzi. Il blogPost-it® virtuali per fermare quello che mi passa per la mente. Tutto qui.Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.comBlogger41125tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-74621221828474946352012-11-20T23:28:00.002-08:002012-12-19T01:37:04.744-08:00Intervista con Paolo Mieli: il giornalismo, il web e la storia<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirQDteNxgWiWmn-VJwxZeakOFV3j66l82XKVfRV-bq3J8I7XEefZ9srqORQVbsge1QDvVnzqL1J8j-wmThg3rHGPM_qVwUVzldP2Wqc3q19oESDnZ2HE6NgXnApB_ntl3dfnwQQKhoIegr/s1600/AAA+paolo_mieli.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirQDteNxgWiWmn-VJwxZeakOFV3j66l82XKVfRV-bq3J8I7XEefZ9srqORQVbsge1QDvVnzqL1J8j-wmThg3rHGPM_qVwUVzldP2Wqc3q19oESDnZ2HE6NgXnApB_ntl3dfnwQQKhoIegr/s320/AAA+paolo_mieli.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paolo Mieli</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: large;">Il modello della stampa generalista è destinato al tramonto, i giornali cartacei di domani saranno sempre più snelli e specializzati e la convergenza di contenuti informativi multimediali sul web è ormai una strada obbligata, specie per i periodici. E’ questo lo scenario che traccia Paolo Mieli, già direttore del Corriere della Sera e attualmente presidente di Rcs Libri, nell’intervista che segue, fatta in occasione della sua venuta a Napoli di sabato scorso. Mieli infatti è stato nella mia città nella sua veste di direttore della Scuola di giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa, per presentare il tema del nuovo libro-inchiesta prodotto dagli allievi del secondo anno del biennio. Il tema scelto quest’anno è la figura di Achille Lauro e il suo tempo. È l’occasione, come ha sottolineato Mieli, per ricordare un Peron all’ombra del Vesuvio, un personaggio certamente “grezzo”, ma precorritore dei tempi nelle sue molteplici vesti di sindaco di Napoli, di imprenditore, di editore di un giornale – il Roma – che, sebbene schierato su posizioni conservatrici, fu all’avanguardia per quanto riguarda le tecniche tipografiche, le strategie di marketing e alcune iniziative editoriali, come il “dorso” del lunedì dedicato allo sport, su carta rosa o il supplemento domenicale dedicato ai programmi televisivi, lanciato nella seconda metà degli anni Sessanta, prima iniziativa del genere di un quotidiano in Italia. </span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="font-size: large;">Direttore, la recessione sta accelerando, forse, un processo già in atto di profonda trasformazione dei giornali, del giornalismo, del fare informazione: dove ci porta questo percorso?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Parto da una premessa positiva: la domanda d’informazione è in aumento, e c’è bisogno anche di interpretare il flusso di notizie sempre crescente. Ma c’è anche la necessità di far quadrare i conti: i quotidiani devono adeguarsi a queste esigenze. Quindi sarà inevitabile snellire l’edizione cartacea e dunque le redazioni tradizionali, abbandonare il sogno delle grandi tirature e rafforzare l’integrazione con il web. I siti Internet dei giornali tradizionali ormai da tempo stanno dimostrando di poter produrre valore.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Come vede questo gioco di squadra tra web e carta?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Al web spetta il compito di dare la notizia, tempestivamente, anche con l’integrazione di contenuti multimediali. Alla carta il compito di interpretare i fatti, di spiegarli. Una sfida non facile. E’ quanto già accaduto, del resto, con l’avvento della radio prima e della televisione poi. Ora la sfida si gioca sul fronte della tempestività, ma anche della qualità e dell’originalità.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">E il futuro della stampa periodica?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Credo che quanto accadrà a Newsweek, storico magazine statunitense che verrà diffuso solo in rete dal gennaio del prossimo anno, sia un processo inevitabile. Col tempo prevedo che sul versante dei periodici sopravviverà in forma cartacea solo la stampa periodica specializzata, di nicchia. Avrà ancora un futuro, credo, anche la stampa popolare, che si definisce trash. Gli altri contenuti, anche se di qualità, finiranno sul web.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Il nodo ancora irrisolto, si ripete spesso, è portare a reddito in modo adeguato l’offerta proposta sul web. Lei è d’accordo?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">E’ vero, c’è ancora molto da lavorare su questo fronte. Inoltre un’offerta web di qualità è comunque costosa e presuppone investimenti, sia tecnologici che in risorse umane.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Come se ne viene a capo?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Premetto che non sono un esperto di questo settore e purtroppo non ho nemmeno la classica sfera di cristallo. Posso solo rifarmi ad esperienze del recente passato, come quella delle emittenti televisive private.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Un settore nel quale, nei primi anni Ottanta, si scottarono pesantemente i maggiori gruppi editoriali…</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Infatti, mancava l’idea, mancava l’uovo di Colombo. I progetti dei grandi editori non funzionarono. Poi arrivò la Fininvest e lo scenario cambiò. Ora, specie in Italia, anche la rete attende quell’uovo di Colombo che determinò il grande sviluppo della televisione commerciale nel nostro Paese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Intanto però i contenuti messi in rete sui siti web dei giornali vengono spesso saccheggiati. </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Non c’è dubbio. Oggi i contenuti web dei giornali sono ancora una risorsa che alimenta altri segmenti della rete stessa. Si diventa fornitori senza corrispettivi. E’ evidente che alla lunga il sistema non potrà reggersi. Alla fine chi paga per questo flusso di informazione messo in rete e che rimbalza sulla rete stessa? Occorrono anche nuove forme di tutela della proprietà intellettuale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">I grandi gruppi editoriali dell’occidente potranno avvantaggiarsi della globalizzazione?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Lo stanno già facendo, anche se è un fenomeno su cui non sono stati puntati ancora i riflettori. Molti gruppi editoriali occidentali, per esempio, stanno realizzando per i mercati emergenti di India e Cina periodici di intrattenimento leggero, per esempio destinati al pubblico femminile. E’ anche una strategia per creare nuovi mercati: l’offerta di contenuti leggeri potrà avvicinare il pubblico di quei paesi alla lettura, al consumo della carta stampata.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwBwJR3exH4zG35WdLFE2oEk9TycoKTYwdZ3BMRC1XAB0lbBqAwjaDDRekziuz0eH2zzrDRMKXJX3zuuxu0HU91AaieZFFq_wFfrHVL-RpSufp6_sVq_3RTh5A187QJzNniIe683VYxPi1/s1600/Angrisani.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwBwJR3exH4zG35WdLFE2oEk9TycoKTYwdZ3BMRC1XAB0lbBqAwjaDDRekziuz0eH2zzrDRMKXJX3zuuxu0HU91AaieZFFq_wFfrHVL-RpSufp6_sVq_3RTh5A187QJzNniIe683VYxPi1/s320/Angrisani.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sara Angrisani</td></tr>
</tbody></table>
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Lei è qui a Napoli anche per presentare “Aspirante Precaria” il video reportage con cui l’allieva della Scuola di giornalismo del Suor Orsola Sara Angrisani (<i>ne</i><span style="font-size: large;"><i>lla foto qui accanto</i>)</span> ha vinto la prima edizione del Premio “Professione Reporter”, bandito dall'Ansa fra gli allievi delle scuole di giornalismo riconosciute dall'Ordine. Che cosa insegna il premio a Sara Angrisani in termini di nuovi modi di fare informazione?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Insegna, anzitutto, che anche con i nuovi mezzi è possibile raccontare buone storie. Cimentandosi con il tema proposto – raccontare l’Italia al tempo della crisi - Sara è riuscita a costruire un video efficace, in cui ci fa conoscere la storia di un’insegnante precaria che sceglie di lavorare in perdita sostenendo costi superiori alle sue entrare per insegnare in una scuola del Friuli solo per guadagnare punti in graduatoria. Una storia drammatica e paradossale: per raccontarla Sara ha dimostrato padronanza dei tempi, del mezzo e del linguaggio delle immagini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Direttore, lei insegna Storia contemporanea alla Statale di Milano, ma è anche noto al pubblico televisivo come divulgatore di storia, col suo programma “Correva l’anno”. Si dice spesso che i giovani non hanno memoria storica e quindi non riescono a capire il presente. <span style="font-size: large;">E'</span> d’accordo?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Sì, le lacune ci sono. Ma c’è anche una forte esigenza di capire il proprio passato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Chi ha la colpa di queste lacune?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Probabilmente il nostro sistema scolastico, ormai invecchiato. Un sistema che non è riuscito a rendere la storia accattivante, interessante. Che non è stato al passo con i nuovi linguaggi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">In compenso non c’è mai stata come ora una scelta così ampia di divulgazione storica televisiva, con canali dedicati, sia sulla piattaforma satellitare che su quella terrestre.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Ed è una scelta che paga, specie con le nuove modalità di fruizione. Col sistema “on demand” è possibile ripescare dagli archivi elettronici una trasmissione interessante alla quale non si è potuto assistere. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Quali sono i contenuti storico-divulgativi che interessano maggiormente il pubblico e in particolare quello dei giovani?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Ho scoperto che spesso interessa la storia dei perdenti, dei vinti, delle pagine oscure delle nostre vicende recenti. Per fare un esempio: registriamo ascolti molto superiori alla media con le trasmissioni dedicate al nazismo e alla caduta di quel regime. Il che, considerate le mie origini ebraiche, <span style="font-size: large;">mi pone spesso interrogativi inquietanti.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">Nella sua veste di divulgatore, come si pone rispetto alla necessità di proporre la storia in modo da interessare anche i giovani?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Il mio metodo è molto semplice: si tratta di prendere la versione ufficiale dei fatti (questo criterio mi è servito molto anche per il giornalismo) e di andare a vederne quanto meno i risvolti, i conti che non tornano, e poi porsi delle domande. Se le cose non fossero andate davvero così? Se quelli che vengono considerati i "buoni", fossero un po' meno buoni di quanto ci appaiono? E i cattivi fossero stati meno cattivi di quanto ci è stato fatto credere? Queste domande fondamentali sul capovolgimento hanno ispirato sempre i miei interessi e hanno portato a risultati molto curiosi nel rifare la storia. E sono risultati che il pubblico trova interessanti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman Bold"; font-size: large;">E qual è il “cattivo” della storia che maggiormente la intriga?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Direi Stalin: un personaggio presentato come la faccia demoniaca del comunismo. Su Stalin ricadono indubbiamente responsabilità enormi. Ma è semplicistico presentare lo stalinismo come degenerazione del comunismo. Per esempio, nell’operato di Lenin e di Trotsky si possono spesso scoprire le stesse degenerazioni. In questo caso una corretta forma di divulgazione serve a riportare i fatti nella giusta cornice.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Fin qui l’intervista, che è stata <span style="font-size: large;">anche pubblicata <span style="font-size: large;">sul numero di dicembre di <b>Den</b>, il mensile del <span style="font-size: large;"><b>Denaro</b> (www.<span style="font-size: large;">denaro.i<span style="font-size: large;">t)</span></span></span></span></span></span>.<br />
<span style="color: black; font-size: large;">Ora alcune informazioni (<i>per le quali <span style="font-size: large;">r</span>ingrazio<span style="font-size: large;"> l'amico e collega</span> Roberto Conte, dell’ufficio stampa del Suor Orsola</i>) sulle inchieste degli allievi del Suor Orsola e sulla scuola di giornalismo diretta da Mieli.</span></div>
<span style="color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: large;"><br />
<i>Le inchieste collettive della Scuola di Giornalismo pubblicate nella <span style="font-size: large;"></span>collana “I Quaderni di Desk” (edizioni dell’Università Suor Orsola<span style="font-size: large;"> </span>Benincasa con l’Unione cattolica della stampa italiana e con il Centro di Documentazione Giornalistica di Roma), sono indagini storico-giornalistiche proposte da Paolo Mieli per il secondo anno di ogni biennio e composte dai contributi di tutti gli allievi con la supervisione dello stesso Mieli ed il coordinamento redazionale di<span style="font-size: large;"> </span>Eugenio Capozzi (</i><b>è solo un omonimo dell'autore di questo blog</b><i>), professore di Storia<span style="font-size: large;"> </span>contemporanea<span style="font-size: large;"> </span>nell’Università Suor Orsola, di Mirella Armiero, responsabile delle pagine culturali <span style="font-size: large;"></span>del Corriere del Mezzogiorno e, nell’ultimo volume, di Carmine Festa, caporedattore del Corriere del Mezzogiorno.<br />
La Scuola di Giornalismo “Suor Orsola Benincasa”, nata nel 2003 come<span style="font-size: large;"> </span>prima Scuola di Giornalismo del Mezzogiorno peninsulare, ha già realizzato quattro volumi di inchieste giornalistiche <br />
prodotte dagli allievi di ciascun biennio: “Giovanni Leone: un caso giornalistico degli anni ’70” (Biennio 2003-2005) ; “1973: Napoli al tempo del colera” (Biennio 2005-2007) ; “Terremoto e trent’anni di cricca”(Biennio 2007-2009), “Enzo Tortora: processo a un uomo<span style="font-size: large;"> </span>perbene” (Biennio 2009-2011 - in corso di pubblicazione).</i><br />
<br /> <br /> </span> Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-1182851814166621002012-05-01T02:07:00.000-07:002012-05-01T02:15:42.328-07:00Brindisi agli uomini semplici. E' adatto al Primo Maggio.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimNg_0bpTifhk0pi7F-IlnsRGl2k6oMF66wcAvhW85hrdf-0pzmdDNpzwk75A9XXA139whAu3wR_V5YsGGiOY8vSKnBawE0y1ttR3h9ufRcufZii6wXnsdDAR08CTLu9CBp_8MRq-3xCgm/s1600/vinocamaldoli.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimNg_0bpTifhk0pi7F-IlnsRGl2k6oMF66wcAvhW85hrdf-0pzmdDNpzwk75A9XXA139whAu3wR_V5YsGGiOY8vSKnBawE0y1ttR3h9ufRcufZii6wXnsdDAR08CTLu9CBp_8MRq-3xCgm/s200/vinocamaldoli.jpg" width="200" /></a>In questo Primo Maggio un brindisi dedicato a coloro che fanno la storia, ma che non saranno mai sui libri di storia.<br />
"<i>Non pensate che dirò cose straordinarie. Il brindisi che desidero fare è
semplice e comune. Vorrei bere alla salute degli uomini che non hanno
grandi incarichi, che sono di grado modesto; degli uomini che sono
considerati come le « viti » della grande macchina dello Stato, ma senza
i quali tutti noi, marescialli, comandanti di gruppi d'armate,
comandanti di armate, non varremmo, oserei dire, un chiodo. Basta
infatti che se ne vada una vite e tutto è finito. Bevo alla salute degli
uomini semplici, comuni e modesti, alle viti della nostra immensa
macchina statale, in tutti i campi della scienza, della economia, della
guerra. Essi sono numerosi, il loro nome è legione, sono decine di
milioni. Sono uomini modesti, di cui nessuno scrive, non hanno grandi
incarichi o gradi elevati, ma sono essi che ci sostengono come le
fondamenta sostengono l'edificio. Bevo alla salute di questi uomini, di questi nostri compagni dei quali abbiamo la più grande stima</i>".<br />
Sono parole semplici, efficaci. E sembrano parole sincere.<br />
<b>L'autore? <span dir="ltr" lang="ru"><i>Иосиф Виссарионович Джугашвили, </i>ma i più lo conoscono come Stalin.</span></b>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-26801111843822188982012-04-29T16:40:00.000-07:002012-04-29T16:41:14.818-07:00La Tv di una volta - Era migliore? O è solo effetto-nostalgia? (appunti sparsi)<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwu6VSVv7homO3zYVMghaRCIOC2wGKpMYB7VWXduNA7ma4d0PoZEdQMCnHb-gUfAXiLDtOh0flOghRjjcp6IdB1_GJEiMGs9_Fwy0561f6dHjYdrLJOU59yoVD9wIH3CVCfZjP6i_9tBL6/s1600/monoscopio_rai_1953.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="308" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwu6VSVv7homO3zYVMghaRCIOC2wGKpMYB7VWXduNA7ma4d0PoZEdQMCnHb-gUfAXiLDtOh0flOghRjjcp6IdB1_GJEiMGs9_Fwy0561f6dHjYdrLJOU59yoVD9wIH3CVCfZjP6i_9tBL6/s400/monoscopio_rai_1953.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una delle prime versioni del monoscopio Rai, utilizzata dal 1953 (trasmissioni sperimentali) al 1957</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<style>
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</style><span style="color: black; font-size: 14pt;">La televisione di
una volta – quella, per intenderci del periodo 1954/1976 - era migliore per
davvero o ci sembra migliore perché è la “Tv di una volta”, perché l’effetto
vintage e/o l’effetto nostalgia compromettono un giudizio obiettivo?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">Mi sono posto questa domanda di frequente
negli ultimi tempi, specie da quando ho iniziato a leggere e commentare un
ottimo blog dedicato ai palinsesti radiotelevisivi del passato e, soprattutto,
da quando ho incrociato grazie a Facebook alcuni esperti ed appassionati di
storia della televisione (come Cesare Borrometi e Giacomo Schivo) e ho
ritrovato, sempre grazie a Facebook, alcuni protagonisti di quelle lontane
stagioni televisive. Un nome per tutti: Elda Lanza, la prima presentatrice
televisiva, protagonista delle trasmissioni sperimentali del biennio ‘52/’53, e
animatrice di numerosi progranni di successo della Rai fino al 1970. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">Qualcuno ha liquidato la Rai degli inizi
come “bacchettona”, codina, clericale.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-C0YjLEy4dL7rJQspZTB3dpIX7GufSp4fyRF4n6Qz1JKIpY1Syp7GM5CyhVGz4QUldIsy5q_J29cf9-63_twvguOh4Len-7yKpriqefJswmiaUtECBp8nbsrYJgwE6s20jmHxK_By76_9/s1600/ELDA+LANZA-1+copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-C0YjLEy4dL7rJQspZTB3dpIX7GufSp4fyRF4n6Qz1JKIpY1Syp7GM5CyhVGz4QUldIsy5q_J29cf9-63_twvguOh4Len-7yKpriqefJswmiaUtECBp8nbsrYJgwE6s20jmHxK_By76_9/s1600/ELDA+LANZA-1+copia.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Elda Lanza, prima conduttrice della Tv italiana</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">C’è del vero. Ma la Rai di quegli anni era
anche un laboratorio di sperimentazione, era anche una televisione che si
qualificava per una forte vocazione pedagogica. Era lo spirito che animava
quella che fu definita “la Tv di Bernabei”, dal nome del potentissimo direttore
generale Ettore Bernabei, figura ai suoi tempi oggetto di critiche feroci e il
cui operato è stato da tempo rivalutato e inserito in una più corretta
prospettiva storica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">Pasolini ha definito il mezzo televisivo
(cito a memoria) “portatore di un rapporto fortemente antidemocratico”, ma
resta il fatto che è stata proprio la Rai a realizzare l’unificazione
linguistica degli italiani. E inoltre poteva accadere – proprio in quella Rai
teatro di numerosi episodi censori – che un personaggio come Elda Lanza, di dichiarate
simpatie socialiste e femminista ante litteram (e per giunta proveniente da una
famiglia di fede evangelica) potesse ritagliarsi un ruolo da protagonista e,
nel 1956, condurre una trasmissione in cui spiegava alle future mogli i loro
diritti di fronte alla legge, una volta assunto lo status di “coniugata”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">Questo spirito pedagogico si è perso, o
meglio, sopravvive nei canali tematici (sul satellite o sul digitale
terrestre). La specializzazione, rispetto al modello generalista, è una
conseguenza inevitabile.</span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpTaXsvDCGTpd1t6T0YSK_EuFjPHAXyEAVrMNZxKCoMSVFENRvYTusWGLgo-MF_6WzxfYcZXd2o3KksJuOQqwIBX6sF5xZfzK-rVzZPGBV67VivRfMAc93i26SdMnew4jD-MbZ5UOHqJWm/s1600/regia_tv_1955.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpTaXsvDCGTpd1t6T0YSK_EuFjPHAXyEAVrMNZxKCoMSVFENRvYTusWGLgo-MF_6WzxfYcZXd2o3KksJuOQqwIBX6sF5xZfzK-rVzZPGBV67VivRfMAc93i26SdMnew4jD-MbZ5UOHqJWm/s320/regia_tv_1955.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sala di regia della Rai di Torino (1955)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">C’è poi da ricordare che la televisione
delle origini non era schiava delle leggi dell’audience e, fino al 1957, era
stata anche immune dai diktat pubblicitari. Proprio nel 1957 esordisce
Carosello ed è un format pubblicitario del tutto atipico rispetto ai modelli di
altri paesi, con una proporzione fra pubblicità e contenuti di intrattenimento
che privilegia fortemente questi ultimi. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">La tv delle origini, insomma, era molto
meno presa dall’assillo dell’equazione "tempo televisivo=tempo da monetizzare". </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">Ancora, era una televisione dai palinsesti
ridotti (la giornata televisiva durava in realtà 7/8 ore) e questa scarsità del
tempo televisivo forse faceva apprezzare di più la fruizione del nuovo mezzo.
Aggiungiamo anche che la televisione dei primordi era sempre un rito
collettivo: si assisteva ai programmi nei bar o si affollavano i salotti di
quei pochi che potevano permettersi un apparecchio televisivo (un buon
televisore poteva costare anche trecentomila lire, il prezzo di una buona Fiat
600 d’occasione).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: 14pt;">Queste sono solo alcune considerazioni
sparse, ma sul discorso della tv d’annata (o dannata?) voglio ritornare.</span></div>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-10507658647509934172012-04-29T14:44:00.000-07:002012-10-21T16:55:11.266-07:00Carlo Mollino: professione architetto, vocazione Uomo del Rinascimento<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyYRqz6CZZ6HCYneKNyomJUxkNH0Hqb8VJYvnfvdRsU4qJJbQ-M33JI3wBfO01Cim9MPFqsetD96GD09qVaehbSHArwlA8uqwDtFi4ZnX7z6xFXoQWGY25Jd1hK2qQUVBdkQbBQMzwb6WN/s1600/carlo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyYRqz6CZZ6HCYneKNyomJUxkNH0Hqb8VJYvnfvdRsU4qJJbQ-M33JI3wBfO01Cim9MPFqsetD96GD09qVaehbSHArwlA8uqwDtFi4ZnX7z6xFXoQWGY25Jd1hK2qQUVBdkQbBQMzwb6WN/s320/carlo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carlo Mollino: "In volo su New York" (frottage, circa 1940)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<style>
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</div>
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Uno spirito
rinascimentale, quello di Carlo Mollino. Multiforme. Architetto, designer,
arredatore, fotografo. E anche scrittore, scenografo, aviatore acrobatico (ebbe
numerosi aerei e disegnò il logo dell’Aero Club di Torino), inventore, pilota
automobilistico (progettò un innovativo “bisiluro” iscritto alla 24 Ore di Le
Mans del 1955, se ne parla in questo video: http://www.televisionet.tv/it/science_it/la-bisiluro-torna-a-casa-un-sogno-aerodinamico-lungo-mezzo-secolo), professore universitario, maestro di sci, cultore dell’eros,
seduttore e libertino impenitente. Un destino che Mollino sembrava portare
scolpito sul volto, un volto dai tratti luciferini, grifagno e dagli occhi
infossati e penetranti.
</span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Carlo
Mollino, classe 1905, scomparso nel 1973, rampollo della buona borghesia
torinese, è stato un personaggio dai poliedrici talenti, un apprezzato
professionista e allo stesso tempo </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">un artista stravagante dai mille interessi </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">e
dalle innumerevoli risorse.</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUv0CJ_Rk4Elm-AI0zczcUBJmi4m8jD1_JLE1FP7tAIcSyBd7vW76wy9huLq08qlSge432EjKeS854Cp1Vc62pAJSBIvCvF2bTnSNXTKTu5LXBdXSjYKSSf27wD8NI8PkbhQmeAWP4n9n1/s1600/lutrario.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUv0CJ_Rk4Elm-AI0zczcUBJmi4m8jD1_JLE1FP7tAIcSyBd7vW76wy9huLq08qlSge432EjKeS854Cp1Vc62pAJSBIvCvF2bTnSNXTKTu5LXBdXSjYKSSf27wD8NI8PkbhQmeAWP4n9n1/s320/lutrario.jpg" width="320" /></a></span></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Carlo Mollino: sala da ballo Lutrario a Torino (1959)</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7qB4aiHtsGk2VZtzGKC14i4LfwIc9IHwUggMrXMXOr7tS4JJECFDZQLBrNBRSNjEDa-6waO7th4VbV8rUyv3jyEACR1Me3Oh7mOWNFUhMc4f2UNU_hKMm9jm-kPMFzLLVOm7z8yBZghJQ/s1600/carlo-mollino-teatro-regio-di-torino2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7qB4aiHtsGk2VZtzGKC14i4LfwIc9IHwUggMrXMXOr7tS4JJECFDZQLBrNBRSNjEDa-6waO7th4VbV8rUyv3jyEACR1Me3Oh7mOWNFUhMc4f2UNU_hKMm9jm-kPMFzLLVOm7z8yBZghJQ/s320/carlo-mollino-teatro-regio-di-torino2.jpg" width="320" /></a></span></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Carlo Mollino: il Teatro Regio di Torino</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Un mio amico, protagonista
dell’architettura napoletana del Novecento e che ha avuto la fortuna di conoscerlo, ne ha
sintetizzato così la figura: “Geniale architetto e progettista, grande
femminiere”. Una sintesi efficace, ma che forse rende torto alla complessità
del personaggio.</span></span><br />
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Gli edifici di cui fu autore non sono molti, quanto meno se usiamo il metro
della iperproduttività di certi “archistar” contemporanei, e sono per lo più
concentrati a Torino (il Teatro Regio, l’Auditorium Rai, il Palazzo degli
Affari sede della Camera di Commercio, l’ormai smantellata Società Ippica). </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Portano la sua firma anche
diversi e strabilianti interni di ville e case cittadine ed è suo anche il
progetto di un dancing (nel 1959 questo termine aveva ancora corso nel lessico
comune): la fiabesca Sala Lutrario di Torino (<i>qui in alto a destra</i>).</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5C5O8ecsTRaZ02gLwOrloxgN9hAJLipqsBqmuULDnRnM1fGgqiil8E-_wxOl-9eEkw3nvgQ5Kf5BJpHRgshGPVTdTNRtOw534_sU1BbuJAfZrdYiBUiTCJXiWVpsbBQssu_1MXmM5lnxS/s1600/Carlo_mollino_scrivania_cavour_1949.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="124" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5C5O8ecsTRaZ02gLwOrloxgN9hAJLipqsBqmuULDnRnM1fGgqiil8E-_wxOl-9eEkw3nvgQ5Kf5BJpHRgshGPVTdTNRtOw534_sU1BbuJAfZrdYiBUiTCJXiWVpsbBQssu_1MXmM5lnxS/s320/Carlo_mollino_scrivania_cavour_1949.jpg" width="320" /></a></span></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Carlo Mollino: scrivania Cavour (1949)</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9teVuRZeH9zwgFHcjbppR7DKXo93OA5920NYGJFuMOqw_NnqZVivRrXplPmI8kVsDZ7indzeKXS4JwgNEqSZtyf9mkIwDbTt1WqbVxblFQFN1scjk3Nfp8kGbF0X5JjclJc2thz-Kszt2/s1600/15.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9teVuRZeH9zwgFHcjbppR7DKXo93OA5920NYGJFuMOqw_NnqZVivRrXplPmI8kVsDZ7indzeKXS4JwgNEqSZtyf9mkIwDbTt1WqbVxblFQFN1scjk3Nfp8kGbF0X5JjclJc2thz-Kszt2/s320/15.jpg" width="240" /></a></span></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Carlo Mollino al volante del suo "Bisiluro"</span></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOhPSRL835bB6YCo3W3Ca-bANh9jKgzenybdunJQUwd1yJsK0sd2te2yqu1XFxspeyRzi8_qD30WnoggW6fnJD-fJWr-hTxywxs_SWDKNm3JbVcmbKxyts2g2SRkRwWYv2s11Us8mjFG0_/s1600/mollino01-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOhPSRL835bB6YCo3W3Ca-bANh9jKgzenybdunJQUwd1yJsK0sd2te2yqu1XFxspeyRzi8_qD30WnoggW6fnJD-fJWr-hTxywxs_SWDKNm3JbVcmbKxyts2g2SRkRwWYv2s11Us8mjFG0_/s320/mollino01-1.jpg" width="320" /></a></span></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Il "Nube d'Argento" (1954)</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Tornando per un attimo al campo dei motori, a Mollino si deve l'autobus "Nube d'Argento", che gli viene commissionato nel 1954 dall'Eni che vuole uno showroom viaggiante per l'Agipgas.</span></span><br />
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Negli anni Sessanta il "Nube d'Argento", opportunamente adattato, si trasforma in una prodigiosa vetrina per una mostra viaggiante di automodelli organizzata dalla rivista Quattroruotine. </span></span><br />
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">La figura e l’opera di Mollino
sono una recente riscoperta nell’ambito della cultura delle arti visive, ma le
sue creazioni costituiscono un unicum da cui non può prescindere la storia
dell’architettura italiana del XX secolo. Nemmeno quella del design sarebbe
forse la stessa senza il suo contributo fuori dagli schemi, in cui arte e
sapienza artigiana si fondevano, proprio secondo la tradizione delle “botteghe
d’arte” rinascimentali. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">A testimoniare il furore creativo del Mollino designer
restano numerosi progetti di opere, che ancora oggi Zanotta produce per un pubblico raffinato (e dalle cospicue risorse economiche).</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Arrredi, quelli di Mollino, in cui il legno curvato e materiali
innovativi per l’epoca (come le imbottiture in espanso) si univano a creare
opere dai richiami sovente zoomorfi (il suo legno si fa spesso vertebre, ossa,
scheletro d’ali), talvolta ginecomorfi, spesso ispirati dai suoi estetizzanti e
non banali nudi fotografici.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">E proprio i suoi nudi lo hanno
forse fatto conoscere anche al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori.
Foto di donne bellissime, talvolta sue amanti, ma spesso prostitute trasformate
in semidee, trasfigurate in sculture di carne. Si parla spesso delle “Polaroid
di Mollino” (circolano diverse monografie dedicate a questo particolare
segmento della sua creatività), ma in realtà l’architetto torinese aveva
iniziato usando tecniche tradizionali, magari realizzando raffinati frottage e
avvalendosi di ritocchi all’anilina, che allora (in epoca pre-Photoshop) erano
il sistema più diffuso per intervenire sull’immagine fotografica. La scoperta
della pellicola a sviluppo istantaneo Polaroid (tra la fine degli anni ’50 e i
primi anni ’60) fa di Mollino uno dei pionieri in Italia di questa tecnica. Ci
ha lasciato circa 1.300 foto Polaroid, meticolosamente archiviate. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">I nudi di Mollino, come tutte
le sue espressioni creative, nascono da lunghi studi: in un teatro di posa
realizzato nella sua villa sulle colline torinesi il maestro sperimenta di
continuo, spesso facendo indossare alle “sue” donne sofisticati monili, talvolta ambientando
le foto utilizzando i suoi mobili o drappeggi di tessuti pregiati.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<span style="font-family: "Helvetica Neue",Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;">Mollino: un genio del
Rinascimento nato e vissuto in pieno Ventesimo Secolo. Un personaggio forse
ancora da scoprire appieno e la cui creatività rappresenta una sfida per chi
voglia interpretarne i molteplici e spesso inquietanti rimandi. (a seguire, una selezione di nudi realizzati da Carlo Mollino)</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG4B6sk-noRDmAujMYADnbPmH7S87iHqGJ_KL3l4lB5hDOq7LRIoBdnRv7A5zEZnpv4K416tqnVRKuZoh0Vw-FJe8NTxR2nhhnrLP3DpR7tVug_cyUEyXy4WlsutqQrjIRTT6zp98pecZB/s1600/3e1c26862d95483a96b2b0b30200e0f9-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG4B6sk-noRDmAujMYADnbPmH7S87iHqGJ_KL3l4lB5hDOq7LRIoBdnRv7A5zEZnpv4K416tqnVRKuZoh0Vw-FJe8NTxR2nhhnrLP3DpR7tVug_cyUEyXy4WlsutqQrjIRTT6zp98pecZB/s320/3e1c26862d95483a96b2b0b30200e0f9-1.jpg" width="194" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carlo Mollino (circa 1940)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8nti4VxLsEPLzCKESabr3BvW3KhW-KkyYN5lIRLIOU_-dhmSoQ8rcQQZjBzb6Q6XE8pXqTVSmVpJxnKI5WvdmhG5i80v5NPATMb7MvhbDk9WNDawzkHNRE78SJl4H4LsxSpLQcM3_AdHx/s1600/cm04-custom.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8nti4VxLsEPLzCKESabr3BvW3KhW-KkyYN5lIRLIOU_-dhmSoQ8rcQQZjBzb6Q6XE8pXqTVSmVpJxnKI5WvdmhG5i80v5NPATMb7MvhbDk9WNDawzkHNRE78SJl4H4LsxSpLQcM3_AdHx/s320/cm04-custom.jpg" width="250" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxUEmfG4MJw73LUzUPXnMGarq8QOKF8SDQ4xCG7ZPSAZ8xcMKPJesSMmtUR2DN0htZUnd9nztjVBALBmT7nI3e2rmdnZRFQTCKTEK5h7TdFAWIsgxK_p8QIYZDey4KHSTiKAkeBETI3hsa/s1600/101889d.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxUEmfG4MJw73LUzUPXnMGarq8QOKF8SDQ4xCG7ZPSAZ8xcMKPJesSMmtUR2DN0htZUnd9nztjVBALBmT7nI3e2rmdnZRFQTCKTEK5h7TdFAWIsgxK_p8QIYZDey4KHSTiKAkeBETI3hsa/s320/101889d.jpg" width="225" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJjrrg7FfiucSmQxmwFyKjDx2CC4dyoqFOeMfC2R0Xvsd_ZyMlEJpIQgdAyT2gRoz-ns0ZRl2WoDu7XolU0NJG9DaJV-1ba_U2ASQtjO82UF63m0PDFE3sOYNe6qpSUQF0EFT7Ji7XJQH4/s1600/7448OP1743AU12227.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJjrrg7FfiucSmQxmwFyKjDx2CC4dyoqFOeMfC2R0Xvsd_ZyMlEJpIQgdAyT2gRoz-ns0ZRl2WoDu7XolU0NJG9DaJV-1ba_U2ASQtjO82UF63m0PDFE3sOYNe6qpSUQF0EFT7Ji7XJQH4/s320/7448OP1743AU12227.jpg" width="225" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnWG0IF1MTlifrxTcoiacdEu8HkLya3uM8z3SBQo3WXILlaqKB3Hon-wcSAqDicZzT_8dzvo7ASgoczt6RKW0wwb16BBSRDTayBI0g0JJCr7eAayfrM0rBIUdTmaHSTlT6KgGlAnxs4sTY/s1600/carlo-mollino-untitled-c-1950s.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnWG0IF1MTlifrxTcoiacdEu8HkLya3uM8z3SBQo3WXILlaqKB3Hon-wcSAqDicZzT_8dzvo7ASgoczt6RKW0wwb16BBSRDTayBI0g0JJCr7eAayfrM0rBIUdTmaHSTlT6KgGlAnxs4sTY/s320/carlo-mollino-untitled-c-1950s.jpg" width="226" /></a><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2OomAAGQLBkkJMCRjS4kycyrLWc0lDryVpbOeRGv5O4NgkW4oq1mZUPZ18RlXGld803bc5po1iPRGh0vU88sqsA68DNUxaKqa0h2qO-p0C8bT4M4M6IGLf_LaTQCO8tMDc1qs-GhYwh4z/s1600/01-carlo-mollino.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2OomAAGQLBkkJMCRjS4kycyrLWc0lDryVpbOeRGv5O4NgkW4oq1mZUPZ18RlXGld803bc5po1iPRGh0vU88sqsA68DNUxaKqa0h2qO-p0C8bT4M4M6IGLf_LaTQCO8tMDc1qs-GhYwh4z/s320/01-carlo-mollino.jpg" width="254" /></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlmkPlzAXWIqRgEKGxrAur7tXfJSpPQwgJj70NFEmLw_7ohHdmptno685fY-ZWxKsY5VlA7LzrHwxuaZaYVf56TgWpqmgnYGGQLlhHnMq1FiSaE7MY_JqB1H3SbsMhbfRmy9Q4ajzRLisl/s1600/carlo+mollino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlmkPlzAXWIqRgEKGxrAur7tXfJSpPQwgJj70NFEmLw_7ohHdmptno685fY-ZWxKsY5VlA7LzrHwxuaZaYVf56TgWpqmgnYGGQLlhHnMq1FiSaE7MY_JqB1H3SbsMhbfRmy9Q4ajzRLisl/s320/carlo+mollino.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYlEYyoSUzJD25BgfznxpBVx5Bpke0s33nxlCdG7E-_uKApujkwNtTHgP-yalNSrweFvLVVVrZ4gXddOSV33bzS99KUw55-63HvmrGyjZ0MWUCWi9mYn757mXvmT-yPqkxh0RHEZVCdmoE/s1600/mollino-carlo-salon94-com-151.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYlEYyoSUzJD25BgfznxpBVx5Bpke0s33nxlCdG7E-_uKApujkwNtTHgP-yalNSrweFvLVVVrZ4gXddOSV33bzS99KUw55-63HvmrGyjZ0MWUCWi9mYn757mXvmT-yPqkxh0RHEZVCdmoE/s320/mollino-carlo-salon94-com-151.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirDzFXeJY-HhIlqxiTVtVsjGNVlYfjlnWE_He7Y654c9S2Cz3bWPAz0NHXgBLdjzT6uqNwJE2X4WcY-o41GNs3U64b4KBmKHzHJi75pLnLo6MFaoIsQWw7gf5nGLNwkRWpg29VOJHAStq1/s1600/mollino-carlo-4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirDzFXeJY-HhIlqxiTVtVsjGNVlYfjlnWE_He7Y654c9S2Cz3bWPAz0NHXgBLdjzT6uqNwJE2X4WcY-o41GNs3U64b4KBmKHzHJi75pLnLo6MFaoIsQWw7gf5nGLNwkRWpg29VOJHAStq1/s320/mollino-carlo-4.jpg" width="223" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUx-kXZBTAd197LHiWJM4q1EunyBWr5t2KjO8Tt7avP4wx_Ja14zOuzD07t_SxbPc1wTyjBDmFCdVqKmk4TAiujyFn4BiDgWgpCaNkIFq6uUXJ8wDLQqdClaXEyTtcwrxIMCIroIQVDFjv/s1600/mollino5+copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUx-kXZBTAd197LHiWJM4q1EunyBWr5t2KjO8Tt7avP4wx_Ja14zOuzD07t_SxbPc1wTyjBDmFCdVqKmk4TAiujyFn4BiDgWgpCaNkIFq6uUXJ8wDLQqdClaXEyTtcwrxIMCIroIQVDFjv/s320/mollino5+copia.jpg" width="235" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRo4DqyRUzpP9ydsa2gAYT5djd5VUSqzJetGckKIUduCkDw_xGgRFQsSJHxmJR397Jk6uZ5DcT9Poxo5dQ8a4Rd0vYpCRC2vCaKs_uwoDWEAaTB49eCkt-M1mKpLso-RHVKzKNtutmLADc/s1600/mollino-molino15.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRo4DqyRUzpP9ydsa2gAYT5djd5VUSqzJetGckKIUduCkDw_xGgRFQsSJHxmJR397Jk6uZ5DcT9Poxo5dQ8a4Rd0vYpCRC2vCaKs_uwoDWEAaTB49eCkt-M1mKpLso-RHVKzKNtutmLADc/s320/mollino-molino15.jpg" width="242" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip9OMPeVQ6-i3b0FHuVL3-hCUP1PWv_HXdeapb81UW6ZwfCs8Om_8PL1TjqozRsjZdf5rI42BvXZMuoM0PPFmatE46XsWy_VI11Br6jVGgZ1L49EDPH7BuVl8kxfQNN13ri6zHXh5_A2wB/s1600/thumb.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip9OMPeVQ6-i3b0FHuVL3-hCUP1PWv_HXdeapb81UW6ZwfCs8Om_8PL1TjqozRsjZdf5rI42BvXZMuoM0PPFmatE46XsWy_VI11Br6jVGgZ1L49EDPH7BuVl8kxfQNN13ri6zHXh5_A2wB/s320/thumb.jpg" width="244" /></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQQo6-QljO8JjWLHcCsvcFKY7OBSzxPpze-eDHpLzSrlmUZiB8NWGmAXP7WGw8Y9RxfKQzEfmv2_CwK2NwZMesyTZizQZUQXWASQg_RtYK-dsCyqmifD7bbhslmgtwpXXsFt3sayiMpvq8/s1600/mollino-carlo-nudo-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQQo6-QljO8JjWLHcCsvcFKY7OBSzxPpze-eDHpLzSrlmUZiB8NWGmAXP7WGw8Y9RxfKQzEfmv2_CwK2NwZMesyTZizQZUQXWASQg_RtYK-dsCyqmifD7bbhslmgtwpXXsFt3sayiMpvq8/s320/mollino-carlo-nudo-2.jpg" width="178" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5WMg5x-Nk7M6ZlQGgEfbSUXF7WwnweKGPJW36NrBvHXKGFDGKdKxsGhVHdtfFa-2Or-ZGMVCzBoxxjHy4Oey7DEmgeunpBHJfN4YCAyqbDGg_vPn6ewTrfJdpE1pwt74QVH5FKPqg8Obv/s1600/tumblr_lxfr7v1QDg1qd29m4o1_500.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5WMg5x-Nk7M6ZlQGgEfbSUXF7WwnweKGPJW36NrBvHXKGFDGKdKxsGhVHdtfFa-2Or-ZGMVCzBoxxjHy4Oey7DEmgeunpBHJfN4YCAyqbDGg_vPn6ewTrfJdpE1pwt74QVH5FKPqg8Obv/s320/tumblr_lxfr7v1QDg1qd29m4o1_500.jpg" width="239" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnWG0IF1MTlifrxTcoiacdEu8HkLya3uM8z3SBQo3WXILlaqKB3Hon-wcSAqDicZzT_8dzvo7ASgoczt6RKW0wwb16BBSRDTayBI0g0JJCr7eAayfrM0rBIUdTmaHSTlT6KgGlAnxs4sTY/s1600/carlo-mollino-untitled-c-1950s.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnWG0IF1MTlifrxTcoiacdEu8HkLya3uM8z3SBQo3WXILlaqKB3Hon-wcSAqDicZzT_8dzvo7ASgoczt6RKW0wwb16BBSRDTayBI0g0JJCr7eAayfrM0rBIUdTmaHSTlT6KgGlAnxs4sTY/s320/carlo-mollino-untitled-c-1950s.jpg" width="226" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNjleodgNC-pSbH07Px8NpCtO4zVZ40iZrR4q8NNcPISW50Xcjxc2LDnhvv1jeJF5Cte2rNftHyTEIYDwvMj6Ift1uHUPmKzCJ5QhK1rlfc5h-QZC_yBKsPvRNJS-3LSUYzvThfuQPF-gH/s1600/i_5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNjleodgNC-pSbH07Px8NpCtO4zVZ40iZrR4q8NNcPISW50Xcjxc2LDnhvv1jeJF5Cte2rNftHyTEIYDwvMj6Ift1uHUPmKzCJ5QhK1rlfc5h-QZC_yBKsPvRNJS-3LSUYzvThfuQPF-gH/s320/i_5.jpg" width="246" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carlo Mollino nell'atelier fotografico della sua villa sulle colline torinesi (circa 1960)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkbb3QRcUv1UBpojzwF0eq6XYKyuygJwz7v7j-j9nNdjJ_piAEpvI31BjxF8e5y6ONA7NDF7Fd37naRHOcxYqiBPtjkRatempCRFXuFtcAezrbuA644sRqccH3pKWFl389DqS7ARc8ydvF/s1600/mollino-carlo-1a-postmedia-net.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkbb3QRcUv1UBpojzwF0eq6XYKyuygJwz7v7j-j9nNdjJ_piAEpvI31BjxF8e5y6ONA7NDF7Fd37naRHOcxYqiBPtjkRatempCRFXuFtcAezrbuA644sRqccH3pKWFl389DqS7ARc8ydvF/s320/mollino-carlo-1a-postmedia-net.jpg" width="255" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2s_sXd9KZ3LjZKgZFR_Vvfo3Gnm-4W6UWgiZPgb11Y8MBSCNrM6OEe_z_UFtgrv7yb6M3zIMJd3UnTCldiMub1XKmM8G6utsLUrkHjTYimY9GxLSnKUrw1cGY3kLp1rFkuAGcQLpxYwyR/s1600/estate+of+carlo+mollino.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2s_sXd9KZ3LjZKgZFR_Vvfo3Gnm-4W6UWgiZPgb11Y8MBSCNrM6OEe_z_UFtgrv7yb6M3zIMJd3UnTCldiMub1XKmM8G6utsLUrkHjTYimY9GxLSnKUrw1cGY3kLp1rFkuAGcQLpxYwyR/s320/estate+of+carlo+mollino.jpg" width="320" /></a><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-right: -4.65pt;">
<br /></div>
Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-14910572962395894812012-04-23T12:37:00.000-07:002012-04-23T12:42:16.155-07:00<div style="color: blue;">
<u><b>CAPOZZISMI, PENSIERINI ON TWTTER</b></u></div>
<br />
<div style="color: #351c75;">
Da un po' di tempo mi diletto a fermare qualche riflessione, o qualche paradosso, o qualche riflessione paradossale, o più semplicemente qualche sorniona risata, via Twitter. E spesso cerco anche di realizzare il "twoosh", ossia il post perfetto da 140 battute tonde. Il gioco mi diletta abbastanza.</div>
<div style="color: #351c75;">
Ho chiamato questi "cinguettii" Capozzismi. Un nome da narcicista, quale è il Giovanni Capozzi.</div>
<div style="color: #351c75;">
Non di tutti sono soddisfatto (accade con i cuccioli di tutte le nidiate), ma qualche Capozzismo mi sembra abbastanza ben riuscito. Ecco qui radunati i miei rampolli prediletti :-)</div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
• I genitori sanno sempre ciò che è buono e giusto per i figli. Il che
dimostra che una copula, magari inconsapevole, rende saggi. <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a></div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
• Il moralismo nella sua reale essenza consiste nel dire agli altri di non
fare quel che non si ha il coraggio o la forza di fare. <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b></div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
<b>• </b>Di questi tempi si sente spesso la frase "Di questi tempi....". Alle
volte è un alibi, oppure è un quieto grido di disperazione. <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b></div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
<b>• </b>Domanda ai fans di Paulo Coelho: Quanto paga di bolletta un "guerriero della luce"? <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b></div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
<b> </b>• Non esiste il diritto alla felicità. Ma il dovere sì. <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a></div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
• Ho spesso valutato la mia vita col lapis rosso-blu. Poi ho scelto di buttar via quel lapis. Ora uso solo l'evidenziatore. Giallo.<a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b></div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
• America's Cup a Napoli. Ed è subito una città di cazzari della randa. <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a></div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
• Il solipsista ad oltranza: "Chi esiste avvelena anche te stesso. Digli di smettere". <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b></div>
<div style="color: #351c75;">
<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
• Una buona notizia: Fede lascia il Tg4. La cattiva notizia è che il Tg4 non lascia noi.<b> </b> <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a></div>
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<br /></div>
<div style="color: #351c75;">
<b>• </b>"Un uomo retto". La parte per il tutto? <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b></div>
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<br /></div>
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• La narrativa è lavoro del subconscio - La narrativa è consapevolezza dell'IO. Chi avrà ragione? <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b></div>
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• Questo scenario socio-politico attua un duplice esproprio: ai giovani si
sottrae il futuro, ai non giovani si nega la vecchiaia. <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a> </div>
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<br /></div>
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• L'imbranato e la scafata-
Lui: Senta che musica i grilli, questa notte.
Lei: Me lo dia. <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b></div>
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<b><br /></b></div>
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• La parola è d'argento, il silenzio è d'oro, il senso dell'opportunità è di platino. <a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a></div>
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<br /></div>
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<b>• </b>Il mendacio, se ben architettato, ha molto dell'arte e lo tollero. Ma
non sopporto il mendacio mal costruito. Lo trovo offensivo.<a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23Capozzismi" title="#Capozzismi"><s>#</s><b>Capozzismi</b></a><b> </b><b> </b></div>
<b><br />
</b><br />
<a class=" twitter-hashtag pretty-link" data-query-source="hashtag_click" href="https://twitter.com/#%21/search/%23capozzismi" title="#capozzismi"><b></b></a><br />
<b> </b>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-44151599713811684232011-08-14T03:42:00.000-07:002011-08-14T03:51:34.058-07:00SCIOPERO DAL FERRAGOSTO<h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":1}" style="color: black;">
<span style="font-size: large;"><span class="messageBody" data-ft="{"type":3}">Da
sempre ho passato il Ferragosto via dalla pazza folla. Da quando ero
ragazzo. Lo faccio anche quest'anno. Mi sento vigilante e inquieto. Non bisogna lasciarsi
narcotizzare dai miti dell'estate. ORA NON E' IL MOMENTO.<br /><u>SAREBBE UNA BELLA IDEA PROCLAMARE LO SCIOPERO DI FERRAGOSTO. NIENTE FALSA ALLEGRIA, MA SEGNALI DI DISSENSO. FORTI. SULLE SPIAGGE, OVUNQUE. DISERTARE I LOCALI E RITROVARSI IN ALTRI LUOGHI DI AGGREGAZIONE. POTREBBE ESSERE UN'IDEA.</u></span></span></h6>
<h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":1}" style="color: black;">
<span style="font-size: large;"><span class="messageBody" data-ft="{"type":3}">CON L'ALIBI DELLA CRISI IN ITALIA STANNO TENTANDO IL COLPO DI STATO. MENTRE IL PAESE - ANCHE SE ALLA FRUTTA, ANCHE SE STREMATO - SI RIFUGIA NEL DIMENTICATOIO AGOSTANO, ALTRI GIOCANO UNA LURIDA PARTITA SULLA NOSTRA PELLE E SU QUELLA DEI NOSTRI FIGLI.</span></span></h6>
<h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":1}" style="color: black;">
<span style="font-size: large;"><span class="messageBody" data-ft="{"type":3}">leggete qui che cosa scrive il blog INFORMARE PER RESISTERE</span></span></h6>
<div style="color: black;">
<a href="http://ilblogdilameduck.blogspot.com/2011/08/la-crisi-e-solo-una-scusa.html" target="_blank">http://ilblogdilameduck.blogspot.com/2011/08/la-crisi-e-solo-una-scusa.html</a> </div>
<div style="color: black;">
Ha ragione <strong><a href="http://www.cadoinpiedi.it/2011/08/11/linconsistenza_della_politica_e_il_sogno_del_cambiamento.html" target="_blank">Giulietto Chiesa</a></strong>.
Questa è una guerra dichiarata dal potere finanziario al mondo intero,
voluta da chi vorrebbe far pagare le crisi che si susseguono a
ripetizione negli ultimi anni ad interi popoli che non ne sono
responsabili. E’ una guerra iniziata non meno di dieci anni fa, visto
che il grande pretesto, la nuova Pearl Harbor dell’11 settembre servì
per mettere una bella pezza al possibile botto finanziario americano
previsto già nel 2001. Seguirono le varie bolle speculative, i noti
fatti di Lehman-Brothers e Obama che correva in soccorso ai banchieri a
spese del contribuente americano.<br />
Mi sorge una domanda a questo punto: e se queste stramaledette banche
d’affari le avessimo lasciate fallire come meritavano sarebbe stato un
male o un bene? In fondo, salvandole, abbiamo stabilito uno sciagurato
precedente, e cioè che le manovre speculatorie e terroristiche dolose –
perché ci credo poco che siano errori di valutazione, quella è gente
che non sbaglia – delle banche d’affari possono essere ripianate con i
soldi pubblici, cioè a spese dei cittadini. Con il senno di poi questo
salvataggio statalista dell’interesse privato appare sempre più una
sciagura. A meno che non fosse parte del big plan.
La Finanza (non le Fiamme Gialle ma il potere finanziario globale) è
il braccio armato ma dietro ad essa ci sono le multinazionali che
devono fare profitti. Il neoliberismo ha stabilito che il profitto è un
diritto inalienabile e che è un valore esponenziale, non vi è più
alcun limite ad esso, tantomeno il limite etico. Non a caso parlano di
crescita ma noi pensiamo che si tratti dell’aumento del nostro
benessere, invece loro intendono la crescita del loro margine di
profitto. E le due cose non possono coesistere. Se il mio diritto a
fare profitti sempre più alti si scontra con gli interessi della
collettività e i diritti dei lavoratori, sarà mio compito eliminare
tali ostacoli, con qualunque mezzo.<br />
Lo fanno le multinazionali per prime ma poi, in catena, vorranno farlo
anche i grossi imprenditori nazionali e poi i piccoli e medi, fino alla
botteguccia artigiana.<br />
Ecco quindi che, ai massimi livelli, bisogna accaparrarsi i politici
come gli informatori scientifici si accaparrano i medici per conto di
BigPharma, anzi, ancor meglio, si bypassano i politici e si mandano i
propri amministratori delegati, i propri manager, scagnozzi e sottocoda
a fare politica. La famosa “discesa in campo”.<br />
Così si spiega perché la politica è sempre meno fatta di rappresentanti
del popolo e sempre più di avventizi e portaborse, lobbisti e
maggiordomi, comperati a suon di denaro a fiumi, privilegi e promesse di
successo e potere periferico. Nominati, non eletti. Questi politici a
busta paga di interessi superiori e spesso ai confini dell’illegalità
devono rispondere ai loro padroni che, ripeto, non sono più i cittadini
ma coloro che, per ampliare i profitti, devono rimuovere ogni ostacolo
possibile.<br />
Secondo voi è un caso che tra le pochissime voci fuggite dal sen di Tremonti circa la famosa manovra vi siano state la <strong>“libertà di licenziare”</strong>
e l’accorpamento delle festività alla domenica – mica quelle religiose,
però, solo le tre laiche e work-oriented del 25 aprile, 1° maggio e 2
giugno – per “produrre di più”?<br />
Un alieno che fosse sbarcato con il suo ufetto ieri in Italia si sarebbe
chiesto: “Ma questi terrestri pensano di risolvere la crisi mondiale
facendo lavorare tre giorni in più all’anno i lavoratori? C’è qualcosa
che non capisco?”<br />
L’obiettivo è chiaramente un altro, caro alieno. E’ l’articolo 18, i
diritti dei lavoratori, l’attacco a quegli articoli della Costituzione
che segnano la differenza tra lavoro salariato e lavoro schiavistico e
ne stabiliscono i reciproci confini.</div>
<span style="color: black;">
</span><div style="color: black;">
Prima di spingermi ancora più in là e dichiarare, assumendomene la
responsabilità, che la crisi non esiste ma è uno spauracchio agitato,
come lo fu l’Osama Bin Laden di dieci anni fa, per ottenere la
sottomissione delle ultime sacche di resistenza al nuovo ordine
mondiale basato sul modo di produzione neoschiavistico globalizzato,
facciamo un piccolissimo ragionamento, che ci riporta anche al caso
Lehman-Brothers.<br />
Se la colpa del default mondiale fosse del potere finanziario,
identificabile in pochi banchieri, speculatori, insomma in fin dei conti
in persone fisiche alla Gordon Gekko con un nome e cognome, a
cominciare da quell’Alan Greenspan che nomina Chiesa, dobbiamo proprio
credere che il governo degli Stati Uniti non riuscirebbe a sguinzagliare
un po’ di reparti di Navy Seals ed assicurare questi farabutti alle
imperiali galere, magari il Grand Hotel Guantanamo? Perchè ciò che
stanno facendo questi bastardi figli di puttana non è meno grave di ciò
che si attribuisce da più di dieci anni ad Al Qaeda.
Invece, da Obama a tutto il potere politico europeo è un generale
calare di braghe. L’impressione è che debbano ubbidire a dei padroni
che non si possono contraddire. Si comportano come i picciotti che
devono obbedire a mamma pena l’incaprettamento, sono impauriti come se i
padroni avessero di tutti loro,politicanti servi dei servi, foto che
li ritraggono mentre stuprano dei neonati.<br />
Non sarà che lo scherzetto fatto a Strauss-Kahn fosse una vendetta nei confronti di qualcuno che aveva sgarrato?<br />
La colpa del crollo delle Borse – perché non chiuderle come in occasione
dell’11 settembre, ad esempio? – è degli speculatori, delle agenzie di
rating che lavorano un po’ per il Re di Prussia – il dollaro – per
tentare di fare il culo all’euro e assai di più per le banche d’affari,
ma non si fa nulla per fermarli. E’ come se ci fosse una rapina in una
banca, la polizia andasse ad arrestare gli avventori del bar di fronte e
il giudice li obbligasse a rifondere di tasca propria i soldi rapinati
alla banca. E’ come quando i black bloc devastano le strade e la
polizia, invece di inseguirli ed arrestarli, bastona le vecchiette e le
famigliole con i passeggini. Non ha senso ma ha un senso.<br />
L’evocazione della parola magica crisi serve soprattutto per
licenziare, per sfrondare i dipendenti e quindi per aumentare i
profitti. E’ dimostrato che i licenziamenti effettuati dal 2008 ad oggi
in certi settori erano assolutamente indipendenti dall’andamento dei
fatturati delle aziende in oggetto. Ad esempio nel settore farmaceutico
che, grazie a politiche di marketing assai spregiudicate, è uno dei
pochissimi settori che registra il segno più nei bilanci delle sue
aziende. Ebbene, nonostante il segno positivo e l’aumento delle entrate,
queste aziende hanno compiuto delle vere stragi di dipendenti,
soprattutto nel settore degli informatori, ritenuti non più utili nel
settore <em>primary care</em>, ovvero quello dei medici di base, perché
ora il pressing sui medici si fa in ospedale dove vengono venduti i
farmaci più costosi e redditizi. La motivazione ufficiale per i tagli
era “la crisi” ma la crisi non era vera per quel settore, era solo una
scusa per licenziare e mobilitare tutta quella massa di informatori che
prima erano stati spremuti come limoni e ora erano considerati solo
zavorra di cui liberarsi.<br />
Che la crisi sia un pretesto per fare la guerra di classe ai ceti
meno abbienti lo dimostra anche il fatto che nelle varie misure
proposte dai governi in allarme rosso per default in Europa non vi
siano veri strumenti per la crescita, come investimenti sulla ricerca e
lo sviluppo ma solo manovre vessatorie da sanguisughe sul Terzo Stato.
Manovre che non toccano minimamente il privilegio sempre più osceno
degli altri due Stati: Clero e Neoaristocrazia del denaro o Casta.
Semplice, perché la crescita non è quella che pensate e per ottenere
quella che pensano loro voi dovete rinunciare ai vostri diritti. Con le
buone o con le cattive.<br />
<div>
E’ comunque un gioco pericoloso. Le tasse, come prima della
Rivoluzione Francese, saranno interamente a carico del terzo stato,
ovvero del ceto medio-basso. Il clero è esente e la casta si autoesenta
con leggi ad hoc. Questa situazione ha portato alle ghigliottine in
piazza allora e la storia potrebbe ripetersi, chissà.
</div>
</div>
<span style="color: black;">
</span><div style="color: black;">
State in allerta, quindi. I telecomandati appartenenti alla Casta
dei volonterosi esecutori materiali vorranno imporvi i sacrifici più
sanguinosi per continuare a gozzovigliare e banchettare sotto il tavolo
dei loro padroni come cani.<br />
E’ in questa occasione che potremo riconoscere i politici, se ce ne sono rimasti, in grado di ribellarsi a quest’assurdità.<br />
Perché non si alzano in piedi e chiedono ai loro colleghi stranieri di
allearsi per fermare la speculazione finanziaria con i mezzi della
legge? Se è una guerra condotta dagli Stati Uniti con le armi della
Borsa per affossare l’Euro, perché non denunciano queste manovre
terroristiche? Se lo fanno tutti assieme sarà difficile farli fuori
tutti.<br />
Perchè non chieder loro di difendere i diritti del popolo, di quello
vero, non quello dell’amore del nanerottolo da rottamare, rigettando le
lettere minatorie dei banchieri ed impegnandosi per una crescita vera, e
possibilmente <strong>una decrescita più ecosostenibile</strong>?<br />
In Islanda ci stanno provando. Sarà questione di clima, chissà.</div>
<h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":1}" style="color: black;">
<span style="font-size: large;"><span class="messageBody" data-ft="{"type":3}"> </span></span></h6>
Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-29633875267677634152011-08-05T00:38:00.000-07:002011-08-05T00:44:15.106-07:00<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgRizU5bSEPwHiWVBzrAWUb9_0jQ3-_pMLYp26K9ob48B8Kl46Znmv_4ydICFRwBIl79Ff2dYUN1vLcdHKSKeeaiQJaZiXP50tyu6kGPFeHvB7QG9wWc4c2MYfZ4Xv6Io0Yqz39DYC3ooz/s1600/matilde-serao.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgRizU5bSEPwHiWVBzrAWUb9_0jQ3-_pMLYp26K9ob48B8Kl46Znmv_4ydICFRwBIl79Ff2dYUN1vLcdHKSKeeaiQJaZiXP50tyu6kGPFeHvB7QG9wWc4c2MYfZ4Xv6Io0Yqz39DYC3ooz/s1600/matilde-serao.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Matilde Serao</td></tr>
</tbody></table>
<div style="color: red;">
<span style="font-size: large;"><b>PERSONALISSIMO OMAGGIO</b></span></div>
<div style="color: red;">
<span style="font-size: large;"><b>A MATILDE SERAO</b></span></div>
<br />
5 agosto 2011: oggi cade il 49esimo anniversario della morte di Marilyn Monroe. Un simbolo della seduzione femminile. Ma si può sedurre anche con la testa, lo sapeva bene Donna Matilde.<br />
Matilde Serao è un personaggio che ho sempre ammirato.<br />
Fin da bambino me ne parlava con toni quasi da leggenda la mia<br />
mamma.<br />
E
da ragazzino lessi alcuni suoi racconti, alcuni veri e terribili, ma
altri gioiosi e consapevolmente irreali, come quello sull'invenzione
della pastasciutta.<br />
Strano a dirsi, scoprii che faccia avesse Donna
Matilde molti anni dopo, da adolescente. Mia madre volle far realizzare
un fotoritratto di mio fratello dalle Sorelle Toppo, discendenti di
un'antica famiglia di fotografi, che avevano il loro atelier alla
Riviera di Chiaia.<br />
Mi recai anche io in quell'atelier, per visionare i
provini (non erano tempi di scatti digitali e un fotoritratto era una
cosa seria). Il posto era affascinante, una vera capsula del tempo:
antichi apparecchi fotografici, il senso malinconico e gattopardesco di
una grande tradizione ormai al tramonto (l'atelier chiuse di lì a poco),
un anziano fratello medico (celibe, come nubili erano le Sorelle Toppo)
che dispensò interessantissimi consigli su come realizzare una crema di
bellezza naturale usando - lo ricordo ancora - "latte, limone e
glicerina", tanti e tanti ritratti alle pareti.<br />
E fra questi uno di
Donna Matilde: grossa, con un occhio francamente strabico, l'occhialino
in pugno e uno strangolino di velluto con un cammeo a cingerle il collo taurino.<br />
Restai
stupito: era quella la donna capace di aver fatto innamorare Scarfoglio?
Era lei l'indiscussa dominatrice di tanti salotti mondani? Era lei
l'autrice di quei gustosi "Mosconi" firmati Gibus, in cui dispensava
consigli in materia di seduzione e raccontava di maliziosi flirt?<br />
Poi ho capito. Col tempo.<br />
Ho
capito che le persone come Donna Matilde sono quelle che ti entrano
dentro, quelle che ti seducono non con l'effimera esteriorità, ma con la
ricchezza del loro mondo interiore, che ti prendono con la loro
femminilità profonda e non banale, che ti affascinano con certi inattesi
bagliori di freschezza e incoscienza adolescenziale, senza tempo e
illogici a chi non sappia coglierli e apprezzarli.<br />
Grande Donna Matilde che seppe essere tante e tante persone in una. Che seppe essere donna totale: seduttrice e imprenditrice, giornalista e scrittrice, mamma e cocotte.<br />
Molte donne, oggi, dovrebbero prendere lezioni da lei, forse.Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-43895974780726040382011-06-07T21:44:00.000-07:002011-06-07T21:44:40.867-07:00Dello scrivere, un work in progress / aggiornamento<div><h2 class="uiHeaderTitle">Sulla rete ho trovato questo:</h2><h2 class="uiHeaderTitle">Come scrivere bene (di Umberto Eco)</h2><h2 class="uiHeaderTitle">A questo punto, per una volta, lascio parlare altri, visto che di questi suggerimenti condivido quasi tutto (<u>in particolare il punto 3</u>) e che mi piace il modo con cui Eco si prende in giro (e prende in giro il lettore). </h2></div><div class="clearfix"><div class="mbs uiHeaderSubTitle lfloat fsm fwn fcg"><br />
</div></div><ol><li>Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.</li>
<li>Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.</li>
<li>Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.</li>
<li>Esprimiti siccome ti nutri.</li>
<li>Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.</li>
<li>Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.</li>
<li>Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione.</li>
<li>Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.</li>
<li>Non generalizzare mai.</li>
<li>Le parole straniere non fanno affatto bon ton.</li>
<li>Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.” </li>
<li>I paragoni sono come le frasi fatte. </li>
<li>Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile diqualcosa che il lettore ha già capito). </li>
<li>Solo gli stronzi usano parole volgari. </li>
<li>Sii sempre più o meno specifico. </li>
<li>L'iperboleè la più straordinaria delle tecniche espressive. </li>
<li>Non fare frasi di una sola parola. Eliminale. </li>
<li>Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente. </li>
<li>Metti, le virgole, al posto giusto. </li>
<li>Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile. </li>
<li>Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso. </li>
<li>Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia. </li>
<li>C’è davvero bisogno di domande retoriche? </li>
<li>Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media. </li>
<li>Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia. </li>
<li>Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile. </li>
<li>Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi! </li>
<li>Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri. </li>
<li>Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili. </li>
<li>Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo,l’autore del 5 maggio. </li>
<li>All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo). </li>
<li>Cura puntiliosamente l’ortograffia. </li>
<li>Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni. </li>
<li>Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve. </li>
<li>Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione. </li>
<li>Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato. </li>
<li>Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni. </li>
<li>Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario. </li>
<li>Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che. </li>
<li>Una frase compiuta deve avere.</li>
</ol>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-90251500420830167842011-06-02T22:48:00.000-07:002012-05-01T17:04:39.527-07:00I piatti quadrati e la (dimenticata) lezione di Bruno Munari<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh36I5hhSwNBsmRyhJKek4eb2dmrNHfA8B3o7zh3esvTx-G09ttjpRhFRW_VVuBibrqALrrcbCvEavPUxxI0SDB3KFogVMUFtbLxpSNi0QnN37S4Bpp5vWk-_kgfxz7hXvKiL8rwVPaBfeu/s1600/villeroy-300x197.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh36I5hhSwNBsmRyhJKek4eb2dmrNHfA8B3o7zh3esvTx-G09ttjpRhFRW_VVuBibrqALrrcbCvEavPUxxI0SDB3KFogVMUFtbLxpSNi0QnN37S4Bpp5vWk-_kgfxz7hXvKiL8rwVPaBfeu/s1600/villeroy-300x197.jpg" /></a><span style="font-size: large;">Sempre più spesso nei cosiddetti ristoranti "di tendenza" capita di essere serviti in piatti quadrati o, addirittura, rettangolari (e qualche volta triangolari). </span><br />
<span style="font-size: large;">E ti mettono davanti micro porzioni, decorate con grafismi che vorrebbero essere originali e che già stanno diventando banalità...</span><br />
<span style="font-size: large;">Ma questo è un altro discorso. Ora torniamo ai piatti quadrati o, addirittura, rettangolari.</span><br />
<span style="font-size: large;">Questo tipo di piatto ha, forse, un solo vantaggio: è più agevole da riporre. </span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJoEgdP3mggHptSccpaWIfZaNfvbC2XSDUuECQg_Hu2Xg_vzbS4FHJJ4mxEGi71hNubLpk5mD3FXlgKGBhVHky92eY9dnx2SQKsYuQ7_szp9GPGyo-WRFDMbserZs97UJi7c7l-7z0t3ZO/s1600/munari.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJoEgdP3mggHptSccpaWIfZaNfvbC2XSDUuECQg_Hu2Xg_vzbS4FHJJ4mxEGi71hNubLpk5mD3FXlgKGBhVHky92eY9dnx2SQKsYuQ7_szp9GPGyo-WRFDMbserZs97UJi7c7l-7z0t3ZO/s320/munari.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bruno Munari</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: large;">Per il resto il piatto ad angoli retti trasforma la tavola in una composizione zen che a me non comunica affatto il calore e il piacere del convivio. </span><br />
<span style="font-size: large;">E ripenso a una cosa che scriveva Bruno Munari tanto tempo fa, in uno dei suoi amabili saggi sul design (non ricordo quale). Il piatto, diceva Munari (cito a memoria, ma il concetto è quello), è tondo e quindi non può essere "messo in disordine". Conunque lo metti sulla tavola sta sempre a posto. Invece un piatto squadrato, se non lo metti con il bordo parallelo alla tavola, comunica sempre un senso di disordine. Pensàteci. E ci pensino soprattutto i gestori di certi ristoranti "di tendenza".</span><br />
<span style="font-size: large;"><br />
</span>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-60323726493314856832011-04-18T00:56:00.000-07:002011-04-18T00:57:59.535-07:00Buona Pasqua da Giovanni Capozzi<style>
@font-face {
font-family: "Times New Roman";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }h6 { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 0cm; page-break-after: avoid; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; color: purple; font-weight: normal; }table.MsoNormalTable { font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman"; }span.messagebody { }span.textexposedhide { }span.textexposedshow { }div.Section1 { page: Section1; }ol { margin-bottom: 0cm; }ul { margin-bottom: 0cm; }
</style> <br />
<h6 style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;"><b><span style="font-size: large;"><span class="messagebody">E' iniziata la settimana santa. Ieri, a messa, ho assistito al consueto scannatoio per accaparrarsi quanti più rametti possibili di ulivo benedetto. Più tardi ho visto due automobilisti, reduci dalla sacra funzione (esibivano rametti sui cruscotti delle rispettive auto) darsele di santa ragione per una sciocchezza. Croce scriveva: "Perché non possiamo non dirci cristiani". Personalmente credo di sapere perché non possiamo dirci cristiani. </span></span></b></h6><h6 style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;"><b><span style="font-size: large;"><span class="messagebody">Quando ho raccontato questo episodio via social network un’amica ha commentato:</span></span></b></h6><h6 style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;"><b><span style="font-size: large;">“Siamo un popolo pieno di contraddizioni e .....! Vorrei tanto poter fuggire da questo paese meraviglioso ma abitato da tanti incivili”. </span></b></h6><h6 style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;"><b><span style="font-size: large;">La mia replica: “Non è soltanto un problema di un paese "abitato da tanti incivili". In realtà l'uomo è un animale predatore. Ancestralmente predatore. E spesso basta un nonnulla per azzerare millenni di civilizzazione per far nuovamente emerg<span class="textexposedhide"></span><span class="textexposedshow">ere il predatore silente in ciascuno di noi. Per questo motivo non ho fiducia nell'uomo. Perciò sono scettico quando si parla di bontà innata dell'uomo. Non ho fiducia nell'<i>homo sapiens-sapiens</i>, a cominciare da me stesso”.</span></span></b></h6><div class="MsoNormal"><b><span style="font-size: large;">E con queste rasserenanti considerazioni, Giovanni Capozzi vi augura Buona Pasqua.</span></b></div>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-12907760675948677262011-01-25T23:28:00.000-08:002011-01-25T23:28:03.174-08:00Craxi: piaccia o meno fu un vero Statista<style>
@font-face {
font-family: "Times New Roman";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }table.MsoNormalTable { font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }
</style> <br />
<div class="MsoNormal"><span style="font-size: large;">Ho rivisto ieri una puntata di "La Storia siamo Noi" dedicata a Bettino Craxi. Piaccia o no, il leader socialista è stato uno dei pochi veri statisti italiani del dopoguerra. </span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: large;">Su di lui grava, innegabilmente, la colpa di aver dato le ali a Berlusconi, ma anche il grande merito di aver saputo tener testa agli statunitensi, nella vicenda di Sigonella. </span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: large;">Ho sempre apprezzato il suo realismo. </span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: large;">La politica, ne sono convinto anch'io, è materia da uomini, non da angeli. Dunque non può essere angelica: chi lo pensa è uno sciocco o un ipocrita. </span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: large;">La politica tutt'al più è il regno del possibile. Piaccia o no.</span></div>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-24771765746662171062011-01-12T16:03:00.000-08:002011-01-12T16:03:46.529-08:00Le teorie la gente e la prassi<h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":"msg"}"><span style="font-size: large;"><span class="messageBody">Non sono del tutto contrario alle teorie. </span></span></h6><h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":"msg"}"><span style="font-size: large;"><span class="messageBody">Ma sono del tutto contrario alla gente che ha bisogno di nascondersi dietro una teoria.</span></span></h6>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-71921329204865862392010-12-17T00:11:00.000-08:002010-12-17T00:11:24.771-08:00ULTIME NOTIZIE DALLA STAMPA COMUNISTA<span style="font-size: large;"><em>The New York Times</em> - "Berlusconi si aggrappa al potere con le unghie ma la grande sconfitta è l’Italia".<em> </em></span><br />
<span style="font-size: large;"><em>Financial Times</em> - "Berlusconi si è aggrappato al voto di fiducia ma ora è un leader fortemente indebolito".</span><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Un saluto fraterno ai compagni di queste due gloriose testate della sinistra estrema. </span><em> </em>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-5663859251201225122010-12-08T00:55:00.000-08:002010-12-08T00:55:53.931-08:00Proposte di nuovi comandi per Facebook<h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":"msg"}"><span style="font-size: large;"><span class="messageBody"> ...quasi in tempo reale un franco e creativo scambio di battute (grazie alla mia amica Emy per lo stimolante tema proposto).</span></span></h6><h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":"msg"}"><span style="font-size: large;"><span class="messageBody"> Emy scrive:</span></span></h6><h6 class="uiStreamMessage" data-ft="{"type":"msg"}"><span style="font-size: large;"><span class="messageBody">A volte vorrei che esistesse il "Non mi piace". Quanti click metterei! Specialmente a chi freme per un "Mi piace" a tutti i costi.</span></span></h6><form action="/ajax/ufi/modify.php" class="commentable_item autoexpand_mode" method="post"><input name="charset_test" type="hidden" value="€,´,€,´,水,Д,Є" /><input autocomplete="off" name="post_form_id" type="hidden" value="a03fbe00dfb4d091bec4eec2e272aaeb" /><input autocomplete="off" name="fb_dtsg" type="hidden" value="FIW7w" /><input autocomplete="off" name="feedback_params" type="hidden" value="{"actor":"1387947829","target_fbid":"147471948637876","target_profile_id":"1387947829","type_id":"22","source":"2","assoc_obj_id":"","source_app_id":"0","extra_story_params":[],"check_hash":"eed5c920618f13e5"}" /><span><span class="uiStreamSource"><a href="http://www.facebook.com/emy.canale/posts/147471948637876"><abbr class="timestamp" data-date="Wed, 08 Dec 2010 00:00:02 -0800" title="mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 9.00">49 minuti fa</abbr></a></span><span class="UIActionLinks UIActionLinks_bottom" data-ft="{"type":"action"}"> · <button class="like_link stat_elem as_link" name="unlike" title="Di' che non ti piace più" type="submit"><span class="default_message">Non mi piace più</span><span class="saving_message">Mi piace</span></button> · <label class="comment_link" title="Lascia un commento">Commenta</label></span></span><ul class="uiList uiUfi focus_target fbUfi" data-ft="{"type":"ufi"}"><li class="ufiNub uiListItem uiListVerticalItemBorder"><input autocomplete="off" name="xhp_ufi" type="hidden" value="1" /></li>
<li class="ufiItem uiUfiLike uiListItem uiListVerticalItemBorder"><div class="UIImageBlock clearfix"><div class="UIImageBlock_Content UIImageBlock_ICON_Content">Ti piace.</div></div></li>
<li class="uiUfiComments uiListItem uiListVerticalItemBorder"><ul class="commentList"><li class="uiUfiComment comment_1359526 ufiItem ufiItem"><div class="UIImageBlock clearfix uiUfiActorBlock"><a class="actorPic UIImageBlock_Image UIImageBlock_SMALL_Image" href="http://www.facebook.com/profile.php?id=1822846485" tabindex="-1"><img alt="" class="uiProfilePhoto uiProfilePhotoMedium img" src="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs443.snc4/48893_1822846485_9988_q.jpg" /></a><div class="commentContent UIImageBlock_Content UIImageBlock_SMALL_Content"><a class="actorName" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1822846485" href="http://www.facebook.com/profile.php?id=1822846485">Micky Ansel</a> <span data-jsid="text">io abolirei ambedue. solo commenti, nel caso.</span><div class="uiTextSubtitle commentActions"><abbr class="timestamp" data-date="Wed, 08 Dec 2010 00:29:45 -0800" title="mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 9.29">20 minuti fa</abbr> · <span class="uiTextSubtitle comment_like_1359526"><button class="stat_elem as_link cmnt_like_link" name="like_comment_id[1359526]" title="Di' che ti piace questo commento" type="submit" value="1359526"><span class="default_message">Mi piace</span><span class="saving_message">Non mi piace più</span></button></span></div></div></div></li>
<li class="uiUfiComment comment_1359535 ufiItem ufiItem"><div class="UIImageBlock clearfix uiUfiActorBlock"><a class="actorPic UIImageBlock_Image UIImageBlock_SMALL_Image" href="http://www.facebook.com/emy.canale" tabindex="-1"><img alt="" class="uiProfilePhoto uiProfilePhotoMedium img" src="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs628.ash2/157817_1387947829_3899880_q.jpg" /></a><div class="commentContent UIImageBlock_Content UIImageBlock_SMALL_Content"><a class="actorName" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1387947829" href="http://www.facebook.com/emy.canale">Emy Canale</a> <span data-jsid="text">Io sono per il pluralismo. :) Aggiungerei anche l'opzione "E chi s'an fott'?"</span><div class="uiTextSubtitle commentActions"><abbr class="timestamp" data-date="Wed, 08 Dec 2010 00:32:41 -0800" title="mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 9.32">17 minuti fa</abbr> · <span class="uiTextSubtitle comment_like_1359535"><button class="stat_elem as_link cmnt_like_link" name="like_comment_id[1359535]" title="Di' che ti piace questo commento" type="submit" value="1359535"><span class="default_message">Mi piace</span><span class="saving_message">Non mi piace più</span></button> · <a class="uiTooltip comment_like_button" href="http://www.facebook.com/ajax/browser/likes/?node=147475648637506" rel="dialog">1 persona<span class="uiTooltipWrap bottom center centerbottom"><span class="uiTooltipText">Caricamento in corso...</span></span></a></span></div></div></div></li>
<li class="uiUfiComment comment_1359536 ufiItem ufiItem"><div class="UIImageBlock clearfix uiUfiActorBlock"><a class="actorPic UIImageBlock_Image UIImageBlock_SMALL_Image" href="http://www.facebook.com/giovanni.capozzi" tabindex="-1"><img alt="" class="uiProfilePhoto uiProfilePhotoMedium img" src="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs862.snc4/70445_1538374701_5343378_q.jpg" /></a><label class="deleteAction stat_elem UIImageBlock_Ext uiCloseButton uiCloseButton uiCloseButton"><input name="delete[1359536]" title="Rimuovi" type="submit" /></label><div class="commentContent UIImageBlock_Content UIImageBlock_SMALL_Content"><a class="actorName" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1538374701" href="http://www.facebook.com/giovanni.capozzi">Giovanni Capozzi</a> <span data-jsid="text">Condivido, Emy, condivido. In più ci vorrebbero i tasti del tipo: "sei squallido/a", "è una cazzata", "fai schifo" e "impìccati". :-D</span><div class="uiTextSubtitle commentActions"><abbr class="timestamp" data-date="Wed, 08 Dec 2010 00:33:05 -0800" title="mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 9.33">16 minuti fa</abbr> · <span class="uiTextSubtitle comment_like_1359536"><button class="stat_elem as_link cmnt_like_link" name="like_comment_id[1359536]" title="Di' che ti piace questo commento" type="submit" value="1359536"><span class="default_message">Mi piace</span><span class="saving_message">Non mi piace più</span></button> · <a class="uiTooltip comment_like_button" href="http://www.facebook.com/ajax/browser/likes/?node=147475681970836" rel="dialog">1 persona<span class="uiTooltipWrap bottom center centerbottom"><span class="uiTooltipText">Caricamento in corso...</span></span></a></span></div></div></div></li>
<li class="uiUfiComment comment_1359540 ufiItem ufiItem"><div class="UIImageBlock clearfix uiUfiActorBlock"><a class="actorPic UIImageBlock_Image UIImageBlock_SMALL_Image" href="http://www.facebook.com/emy.canale" tabindex="-1"><img alt="" class="uiProfilePhoto uiProfilePhotoMedium img" src="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs628.ash2/157817_1387947829_3899880_q.jpg" /></a><div class="commentContent UIImageBlock_Content UIImageBlock_SMALL_Content"><a class="actorName" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1387947829" href="http://www.facebook.com/emy.canale">Emy Canale</a> <span data-jsid="text">Buongiorno, Giovanni! Great minds think alike, chettedevodì? Opzioni approvate! :)</span><div class="uiTextSubtitle commentActions"><abbr class="timestamp" data-date="Wed, 08 Dec 2010 00:34:04 -0800" title="mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 9.34">15 minuti fa</abbr> · <span class="uiTextSubtitle comment_like_1359540"><button class="stat_elem as_link cmnt_like_link" name="like_comment_id[1359540]" title="Di' che ti piace questo commento" type="submit" value="1359540"><span class="default_message">Mi piace</span><span class="saving_message">Non mi piace più</span></button></span></div></div></div></li>
<li class="uiUfiComment comment_1359559 ufiItem ufiItem"><div class="UIImageBlock clearfix uiUfiActorBlock"><a class="actorPic UIImageBlock_Image UIImageBlock_SMALL_Image" href="http://www.facebook.com/emy.canale" tabindex="-1"><img alt="" class="uiProfilePhoto uiProfilePhotoMedium img" src="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs628.ash2/157817_1387947829_3899880_q.jpg" /></a><div class="commentContent UIImageBlock_Content UIImageBlock_SMALL_Content"><a class="actorName" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1387947829" href="http://www.facebook.com/emy.canale">Emy Canale</a> <span data-jsid="text">E rilancio con i seguenti pulsanti-verità: "Rileggiti", "Sei noioso/a", "Piantala di fare autopromozione" e "Impara l'italiano".</span><div class="uiTextSubtitle commentActions"><abbr class="timestamp" data-date="Wed, 08 Dec 2010 00:43:11 -0800" title="mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 9.43">6 minuti fa</abbr> · <span class="uiTextSubtitle comment_like_1359559"><button class="stat_elem as_link cmnt_like_link" name="unlike_comment_id[1359559]" title="Di' che non ti piace più questo commento" type="submit" value="1359559"><span class="default_message">Non mi piace più</span><span class="saving_message">Mi piace</span></button> · <a class="uiTooltip comment_like_button" href="http://www.facebook.com/ajax/browser/likes/?node=147476941970710" rel="dialog">1 persona<span class="uiTooltipWrap bottom center centerbottom"><span class="uiTooltipText">Caricamento in corso...</span></span></a></span></div></div></div></li>
<li class="uiUfiComment comment_1359568 ufiItem ufiItem"><div class="UIImageBlock clearfix uiUfiActorBlock"><a class="actorPic UIImageBlock_Image UIImageBlock_SMALL_Image" href="http://www.facebook.com/giovanni.capozzi" tabindex="-1"><img alt="" class="uiProfilePhoto uiProfilePhotoMedium img" src="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs862.snc4/70445_1538374701_5343378_q.jpg" /></a><label class="deleteAction stat_elem UIImageBlock_Ext uiCloseButton uiCloseButton uiCloseButton"><input name="delete[1359568]" title="Rimuovi" type="submit" /></label><div class="commentContent UIImageBlock_Content UIImageBlock_SMALL_Content"><a class="actorName" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1538374701" href="http://www.facebook.com/giovanni.capozzi">Giovanni Capozzi</a> <span data-jsid="text">... non male anche "impara l'educazione", "cerca di maturare" e "non rubare i pensieri che non sei capace di produrre".</span><div class="uiTextSubtitle commentActions"><abbr class="timestamp" data-date="Wed, 08 Dec 2010 00:46:48 -0800" title="mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 9.46">3 minuti fa</abbr> · <span class="uiTextSubtitle comment_like_1359568"><button class="stat_elem as_link cmnt_like_link" name="like_comment_id[1359568]" title="Di' che ti piace questo commento" type="submit" value="1359568"><span class="default_message">Mi piace</span><span class="saving_message">Non mi piace più</span></button></span></div></div></div></li>
<li class="uiUfiComment comment_1359569 ufiItem ufiItem"><div class="UIImageBlock clearfix uiUfiActorBlock"><a class="actorPic UIImageBlock_Image UIImageBlock_SMALL_Image" href="http://www.facebook.com/emy.canale" tabindex="-1"><img alt="" class="uiProfilePhoto uiProfilePhotoMedium img" src="http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs628.ash2/157817_1387947829_3899880_q.jpg" /></a><div class="commentContent UIImageBlock_Content UIImageBlock_SMALL_Content"><a class="actorName" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1387947829" href="http://www.facebook.com/emy.canale">Emy Canale</a> <span data-jsid="text">Oh yeah.</span><div class="uiTextSubtitle commentActions"><abbr class="timestamp" data-date="Wed, 08 Dec 2010 00:47:06 -0800" title="mercoledì 8 dicembre 2010 alle ore 9.47">2 minuti fa</abbr> · <span class="uiTextSubtitle comment_like_1359569"><button class="stat_elem as_link cmnt_like_link" name="like_comment_id[1359569]" title="Di' che ti piace questo commento" type="submit" value="1359569"><span class="default_message">Mi piace</span></button></span></div></div></div></li>
</ul></li>
</ul></form>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-84572760388960509732010-10-25T00:16:00.000-07:002010-10-25T00:16:08.276-07:00Ancora un nuovo costo per servizi finanziari<h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">Ho appena scoperto che il sistema di informazioni per Cartasì da telefono fisso non è più gratuito, ma è a pagamento dal primo ottobre.<br />
Noi consumatori siamo sempre il popolo bue. Sono veramente arrabbiato.</span><br />
</span></h3>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-29562590385899055022010-10-24T16:57:00.000-07:002010-10-24T16:57:14.919-07:00Le parole e lo spirito dei popoli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqu6i4TpNTr-JQKBb0euHrPuNtVjyWIZqITSx1O3UT7oXzKb_crjzkODuWrf4ma1fXHvbF0gthL_qVDhAaPKYGkF8LaieiJovUS73H1dNtyZFua8ZXuQEZ6OIOSNletksJIQVupHhBSxfl/s1600/skydiver.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqu6i4TpNTr-JQKBb0euHrPuNtVjyWIZqITSx1O3UT7oXzKb_crjzkODuWrf4ma1fXHvbF0gthL_qVDhAaPKYGkF8LaieiJovUS73H1dNtyZFua8ZXuQEZ6OIOSNletksJIQVupHhBSxfl/s200/skydiver.jpg" width="200" /></a></div><h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Le parole a volte rappresentano lo spirito di un popolo.<br />
Noi diciamo "paracadutismo", gli anglosassoni invece "sky diving".<br />
C'è un abisso di differenza. Enorme.</span></span></h3>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-71728456527543263532010-10-24T08:48:00.000-07:002010-10-24T08:48:59.231-07:00Del cascare sul casco: Umberto Ambrosoli<!--StartFragment--> <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbWy_NMNwQ-I2osZMTdv9Ut9_CkLGhz74dKCmx-o5oaW9sP2xsVjCQqAfek3JeW70okVbRr2Uclg2m8xcNynpuErrI5ky-NlANl4QnY6-jyNUSDUKmovHoaZbkBi08kssbQg8Wm2LPX2V0/s1600/1AD663ABBC3764B1FB900C454B513EEF.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbWy_NMNwQ-I2osZMTdv9Ut9_CkLGhz74dKCmx-o5oaW9sP2xsVjCQqAfek3JeW70okVbRr2Uclg2m8xcNynpuErrI5ky-NlANl4QnY6-jyNUSDUKmovHoaZbkBi08kssbQg8Wm2LPX2V0/s320/1AD663ABBC3764B1FB900C454B513EEF.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Umberto Ambrosoli</td></tr>
</tbody></table><br />
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">“Finora qui a Napoli non ho visto nessuno indossare il casco andando in motocicletta”: ecco la battutina luogocomunista dispensata ieri nella mia città a un uditorio di dottori commercialisti - riuniti alla Mostra d’Oltremare per il congresso di categoria - da Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio Ambrosoli, “eroe borghese” ucciso per il suo ruolo di liquidatore dell’impero del bancarottiere Michele Sindona.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">Confesso: la battuta – nell’ambito di un sacrosanto discorso sulla necessità di rispettare le regole - mi ha molto indispettito (in sala si è anche percepito qualche segno di disappunto) e, soprattutto, mi è sembrata superflua.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">Mi sono chiesto: Perché?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">Perché Ambrosoli junior - personaggio al quale si devono solidarietà umana per il dramma che lo ha colpito, stima per il nome che porta, apprezzamento per i suoi toni misurati – è scivolato così scioccamente sulla buccia di banana del luogo comune?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">Non aveva certo bisogno di trovate ad effetto per conquistare la platea, no?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">E, allora, ripeto: perché ha detto questa banalità che bene sarebbe stata in bocca – che so io – al “Trota”? Napoli non è certo la capitale della legalità, ma in fondo l’obbligo del casco è rispettato da tanti miei concittadini. </span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">Meglio, dalla maggioranza dei miei concittadini, a quanto vedo. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">Umberto Ambrosoli era a Napoli per portare una testimonianza di impegno civile nella professione, per chiudere degnamente un congresso di professionisti, per ricordare che talvolta certi “no” vanno detti, magari anche a costo della vita. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">Peccato si sia lasciato scappare quella banalità.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;"><span style="font-family: LucidaGrande;">Umberto Ambrosoli è cascato sul casco (ora la battuta me la concedo io…).<o:p></o:p></span></div><!--EndFragment-->Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-47050906170673771542010-10-19T15:20:00.000-07:002010-10-19T15:22:48.128-07:00Del chiedere, dell'ascoltare. E del tacere.<h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: center;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Tutti sanno chiedere. </span></span></span></h3><h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: center;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Pochi sanno ascoltare. </span></span></span></h3><h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: center;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Pochissimi sanno tacere appropriatamente. </span></span></span></h3><h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: center;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Molti tacciono a sproposito. </span></span></span></h3><h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"> </span></span></span></h3><h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: right;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">(Giovanni Capozzi)</span></span></span></h3>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-16315055489898914672010-10-15T00:45:00.001-07:002010-10-15T00:45:57.919-07:00Un romanzo in nove parole (1)<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Titolo: Inattesa fragilità</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"><br />
</span><br />
<br />
<h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Un uomo di ferro. Ma ebbe bisogno di minio.</span></span></h3>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-86074731133945815642010-10-12T17:20:00.000-07:002010-10-12T17:20:10.062-07:00Dedicato a Marilyn - Frase palindroma<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Girovagando sulla rete ho pescato una bella frase palindroma.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">L'ho dedicata a Marilyn. Eccola:</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;"><br />
</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">AVIDA DI VITA DESIAI OGNI AMORE VERO, </span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">MA INGOIAI SEDATIVI DA DIVA</span></span>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-45146417704546033092010-10-10T15:10:00.000-07:002010-10-10T15:10:57.051-07:00Facebook: una piattaforma sempre più umana :-P<h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="UIStory_Message"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">La piattaforma-Fb, in questi ultimi tempi, è davvero una fetenzia. Instabile e inaffidabile. Proprio come certe persone. Dal che se ne deduce che la piattaforma-Fb si sta umanizzando :-) ...</span></span></h3>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-53122294145966031752010-10-05T23:28:00.000-07:002010-10-05T23:28:58.780-07:00L'illusione del dialogo religioso<div><span></span><span></span>Stamattina - sull'onda di certi recenti episodi - sento molto parlare di dialogo tra le religioni. A volte ho la sensazione che sia una gran cazzata. Religione significa una visione totalizzante dell'immanente e del trascendente. E come possono dialogare visioni totalizzanti? (questo è sicuramente un pensiero rozzo, ma mi sono svegliato da poco)</div>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-47947543362993813332010-10-04T23:53:00.000-07:002010-10-04T23:53:06.621-07:00La filosofia degli Ersatz<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Lucida Grande';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Non pensate male dei surrogati.</span></span><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Lucida Grande'; font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 11px;"><br />
</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTpsxqGduHZ9hsJwskpFSYJa_3xoHq6t1gL7OeU9bfNnKor23CJ03qGD-4BxsJ1Nzsvce-_BvqUIsznrBSDRpLEQVU06qeh_TpwcPMqy7AyOg2Q7JdcOsDLn0Cl7iaZW_kkxLw0GIcFPiM/s1600/4bd73463e2be9e91eebc3ae20dd60a69.jpeg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTpsxqGduHZ9hsJwskpFSYJa_3xoHq6t1gL7OeU9bfNnKor23CJ03qGD-4BxsJ1Nzsvce-_BvqUIsznrBSDRpLEQVU06qeh_TpwcPMqy7AyOg2Q7JdcOsDLn0Cl7iaZW_kkxLw0GIcFPiM/s1600/4bd73463e2be9e91eebc3ae20dd60a69.jpeg" width="238" /></a></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Lucida Grande';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-large;">Anche la Nutella lo è.</span></span></div>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-32246701691042256592010-10-04T16:49:00.000-07:002012-10-04T15:16:09.341-07:00James Bond and The Beatles: 50 anni di feeling<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGRG6KLKDX3umN3z_VUKllDUqtdLPntO6byAoQfzNQilSwFcdyRaq4LETrZ3xAjou-RCI7g14_XzWlZL1C3lyLDdztzfaLI2GRe3zfPWKqS1fJTYp7-6t9r2MWCKp8SdVt_N-TchxiUtw3/s1600/james-bond-theme-party.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGRG6KLKDX3umN3z_VUKllDUqtdLPntO6byAoQfzNQilSwFcdyRaq4LETrZ3xAjou-RCI7g14_XzWlZL1C3lyLDdztzfaLI2GRe3zfPWKqS1fJTYp7-6t9r2MWCKp8SdVt_N-TchxiUtw3/s320/james-bond-theme-party.jpg" width="240" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyzwBQ23l3uag5Tg37XRsQRY_YxZ_oK-8U2DsuVC4pHN6sioh2FXy41fZd2XjaAZIvXKoDC-rJPl87kK4K88GTbS_slMdtvRnOjACWEYbgZCzqp61L0HJ2WRImuSR07ZTjn3lSOc3Nn0E5/s1600/the-beatles1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyzwBQ23l3uag5Tg37XRsQRY_YxZ_oK-8U2DsuVC4pHN6sioh2FXy41fZd2XjaAZIvXKoDC-rJPl87kK4K88GTbS_slMdtvRnOjACWEYbgZCzqp61L0HJ2WRImuSR07ZTjn3lSOc3Nn0E5/s320/the-beatles1.jpg" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>5 ottobre 1962</b>: esce sugli schermi “Dr No”, Licenza di uccidere. E’ il primo capitolo della saga cinematografica di 007, è l’inizio del mito di Sean Connery.</div>
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<br /></div>
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<b>5 ottobre 1962</b>: esce in Inghilterra il primo 45 giri ufficiale dei Beatles, “Love me do”. E’ l’inizio di una leggenda, nella storia della musica e del costume, del Ventesimo secolo.</div>
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<br /></div>
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In un solo giorno la Gran Bretagna regala al mondo due icone della cultura popolare.</div>
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Due icone che viaggeranno spesso insieme. Due leggende.</div>
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Ma che cosa hanno in comune un gruppo musicale e l’Agente-segreto-meno-segreto-del-mondo?</div>
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<br /></div>
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Molto più di quanto si possa pensare.</div>
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<br /></div>
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Le curiosità non mancano. Basta ripercorrere la storia dei Beatles e la saga di James Bond per scoprirle.</div>
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<br /></div>
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Nel terzo film della serie dedicata a 007, “Goldfinger”, James Bond dice che “<i>ci sono cose che assolutamente non si fanno, come bere champagne Dom Perignon a una temperatura superiore ai 4 gradi centigradi. Sarebbe come ascoltare i Beatles</i> – aggiunge – <i>senza i tappi nelle orecchie</i>”…</div>
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... e un anno dopo il secondo film con i Beatles - “Help” - è pieno di allusioni alle spy stories e prese in giro del mito bondiano. </div>
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Non basta: in alcuni paesi il brano che dà il titolo al film esce addirittura in una versione il cui incipit non è altro che il celeberrimo “James Bond Theme”, da quasi cinquant’anni refrain di attacco di tutte le pellicole ispirate all’agente creato da Ian Fleming.</div>
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<br /></div>
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Gli anni passano e nel 1974 Paul McCartney, ormai ex-beatle, sarà l’autore e l’interprete di “Live and let die”, colonna sonora dell’omonimo film bondiano interpretato da Roger Moore. </div>
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La “pax musicale” tra 007 e i Beatles è fatta.</div>
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<br /></div>
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E a suggellare questa pace giunge anche un matrimonio: nel 1981 Ringo Starr sposa un’ex Bond-girl, Barbara Bach, che interpreta il ruolo dell’agente sovietico Anya Amasova nel film “The spy who loved me” (La spia che mi amava), uscito nel 1977.</div>
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<br /></div>
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Si può ancora aggiungere che il James Bond dello schermo viaggia spesso in Aston Martin (nei romanzi la sua vettura personale è una Bentley), auto amata anche da Paul McCartney negli anni Sessanta. </div>
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E proprio al volante di un’Aston Martin Paul McCartney ebbe un leggero incidente d’auto da cui uscì solo con un incisivo rotto. Ma l'episodio alimentò una delle più inquietanti leggende metropolitane del Novecento: quella secondo <b>cui il bello dei Beatles sarebbe morto nel 1967 e che il suo posto sarebbe stato preso da un sosia (incredibilmente dotato del suo stesso talento…)</b>.</div>
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Il marchio Aston Martin, insomma, unisce Bond e i Fab Four … e non dimentichiamo che un certo Martin, George Martin, celeberrimo produttore discografico britannico, è stato determinante per il successo dei Beatles. (spesso è stato chiamato il “quinto beatle”).</div>
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<br /></div>
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… ancora un attimo: </div>
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<b>non solo McCartney è stato creduto morto, ma anche James Bond!</b></div>
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Accade nel romanzo You Only Live Twice (Si vive solo due volte): 007 è dato per defunto dopo una rischiosa missione in Giappone e ben due pagine del libro sono dedicate all’immaginario necrologio del Comandante Bond apparso sul Times.<br />
Un necrologio in cui Ian Fleming si diverte con strizzatine d’occhio dedicate ai lettori più affezionati, affermando che alle vicende del Comandante Bond sono stati ispirati anche alcuni romanzi “<i>molto popolari scritti (…) da un suo amico ed ex collega. Se la qualità di quei libri, o il loro grado di veridicità si fossero avvicinati alla realtà, l’autore sarebbe stato certamente processato per violazione della Legge sui Segreti di Stato. Il fatto che – conclude Fleming - non si sia ancora preso alcun provvedimento contro l’autore e l’editore di queste fantasticherie e delle romanzesche contraffazioni degli episodi della carriera di un valoroso impiegato del Governo, è la prova dello spregio (!) in cui sono tenuti tali romanzi</i>”. Nientemeno.</div>
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<br /></div>
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James Bond 007, lo spietato e freddo agente “al servizio di sua Maestà” nato dalla fantasia di Fleming, probabilmente non avrebbe mai ascoltato i Beatles (il Bond dei romanzi – che io prediligo – è tutt’altra cosa rispetto al suo alter ego di celluloide, ben più frivolo e assai meno drammatico) , ma resta il fatto che la leggenda dell’Agente-segreto-meno-segreto-del-mondo ha spesso incrociato quella dei Favolosi Quattro in un intrigante cross-over… (... <i>e non finisce qui</i>)</div>
Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2343101942304735820.post-5468844870564845582010-10-03T23:49:00.000-07:002010-10-03T23:49:30.477-07:00Traduttore=Traditore<h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="UIStory_Message">Propongo alcune considerazioni - che condivido completamente - della mia amica Emy Canale, pubblicate qualche giorno fa su Facebook:</span></h3><h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="UIStory_Message"><br />
</span></h3><h3 class="UIIntentionalStory_Message" data-ft="{"type":"msg"}" style="color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="UIStory_Message">"Ho deciso: chi è bilingue non può continuare a leggere libri inglesi tradotti in italiano. Soffre immensamente. Sono tradotti TROPPO male. Refusi à gogo, italiano incerto, pessima resa del registro linguistico, idioms fraintesi perché sconosciuti a chi traduce. Mondadori, Einaudi, Rizzoli, ma che orrori ci offrite! Bas<span class="text_exposed_show" style="display: inline;">ta. Mandate i vostri traduttori per qualche anno in Inghilterra".</span></span></h3><div><span class="UIStory_Message"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><br />
</span></span></div><div><span class="UIStory_Message"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;">Aggiungo: è sorprendente constatare tanta sciatteria nelle traduzioni, anche da parte di editori che non hanno certo problemi di contenimento all'osso dei costi. </span></span></div><div><span class="UIStory_Message"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;">Quest'estate ho mandato in malora un romanzo di Faulkner, proprio perché ho intuito che il testo originale era stato stuprato da una traduzione pedestre.</span></span></div><div>Quello delle traduzioni sciatte è un tema che voglio approfondire. </div><div>Pubblicare un libro tradotto con sciatteria è, almeno, un doppio insulto: nei confronti dell'autore e nei confronti del lettore.</div>Giovanni Capozzihttp://www.blogger.com/profile/16416010416962023810noreply@blogger.com3